Qualcuno aveva soffiato sulla brace e il fuoco si era rianimato. Avevo dentro una carica enorme, ma anche una sensazione di vergogna. Mi vergognavo di quella mia sensazione, perché mi sembrava di essere ridicolo. Una parte di me mi diceva che ero stupidamente eccitato e che sarebbe stato solo uno sporadico entusiasmo e alla fine non sarebbe cambiato nulla.
Ma con chi potevo parlarne? Per assurdo i miei amici, che erano le persone con cui avevo più confidenza, erano anche quelli con cui era più difficile affrontare questi argomenti. Facevo fatica a comunicare con loro il mio disagio. Sarebbe stato più facile confidarmi con uno sconosciuto su un treno. Con loro sarebbe stato rischioso. Avrei potuto rompere gli equilibri.
Mi vengono in mente i giorni interi che ho passato sui libri per preparare un esame all'università che adesso nemmeno ricordo. Sarà servito a qualcosa? Me lo auguro, visto che erano giorni della mia vita.
Tu sei uno che ama le cose complicate, che deve pensare, calcolare e trovare soluzioni. Ma qui non c'è proprio niente da risolvere, per questo ti inceppi.
La vita è sempre diversa da come ce la immaginiamo. E quando cominciamo a capire che non possiamo controllare niente subentra la paura. Di non farcela, di non essere all'altezza, di non dire le cose giuste e non poter tornare indietro.