Scritta da: Maria Auriemma
Umani non abbastanza forti da reagire; ma abbastanza fragili da annullarsi, dimenticarsi, cancellarsi per qualcuno.
Composta martedì 17 febbraio 2015
Umani non abbastanza forti da reagire; ma abbastanza fragili da annullarsi, dimenticarsi, cancellarsi per qualcuno.
Con te non importava quante volte si andava via, si tornava, poi si restava e ripartiva ancora; con te era sempre e solo un nuovo arrivo ed inizio.
Sei le cose che faccio, che dico, che sogno. Sei l'amore che hai e che non mi dai. Siamo divisi eppure ti cerco, ti trovo. Ti cerco correndo per le strade, in ogni angolo, nei posti in cui - non - siamo stati. Ti cerco tra i silenzi, tra la nostra lontananza. Ti cerco negli sguardi dei passanti e nessuno mi guarda come te. Allora inizio a cercarti tra le lettere, le canzoni, i ricordi. E fermandomi mi accorgo che solo in un posto posso ritrovarti: dentro di me.
Se non posso averti qui allora ti rifletto nei miei testi, nei miei pensieri, nei miei sorrisi migliori. Quasi fossi rimasto inciso, indelebile da mandar via. Resta, perché tu resti indelebile in queste parole, in me.
Abbiam perso troppe albe e tramonti, e troppe volte abbiam visto cieli spenti. Eppure bastava guardarci per dipingere insieme tutto ciò che avevamo perso nei nostri sguardi ormai troppo trasparenti.
Sono il disperato, la voce senza eco... colui che tutto ebbe, colui che tutto perse.
Ho sentito una carezza sul viso arrivare fino al cuore.
Solo chi ama senza speranza conosce il vero amore.
Mentre il vento triste galoppa uccidendo farfalle, io ti amo e la mia gioia morde la tua bocca di susina.
La timidezza è una condizione strana dell'anima, una categoria, una dimensione che si apre la solitudine. È anche una sofferenza inseparabile, come se si avessero due epidermidi, e la seconda pelle interiore s'irritasse e contraesse di fronte alla vita. Fra le compagini umane, questa qualità o questo difetto fa parte di un insieme che costituisce nel tempo l'immortalità dell'essere.