Scritta da: alessia14
Metà della vittoria è la conoscenza del nemico. Evita qualsiasi nemico sconosciuto e, se proprio non puoi, considera la ritirata una vittoria.
dal libro "Cose che nessuno sa" di Alessandro D'Avenia
Metà della vittoria è la conoscenza del nemico. Evita qualsiasi nemico sconosciuto e, se proprio non puoi, considera la ritirata una vittoria.
Io distinguo due tipi di successo: quello che ho avuto nello sport e quello nel cinema. Il primo è mio e non me lo leva nessuno. Il secondo è quello che il pubblico ha deciso di darmi e che mi ha permesso di fare 120 film.
Parlate poco di voi e di quello che avete in mente, mai di sesso, ma cercate di essere protagoniste.
La cosa che dà potere è il potere stesso, non i soldi.
Io non sono, non ho mai preteso, né pretendo di essere un uomo rappresentativo della cultura. Io credo di essere rappresentativo di quegli strati profondi delle masse popolari più umili e più povere che aspirano alla cultura, che si sforzano di studiare e cercano di raggiungere quel grado del sapere che permetta loro non solo di assicurare la propria elevazione come persone singole, di sviluppare la propria personalità, ma di conquistarsi quella condizione che conferisce alle masse popolari un senso più elevato della propria funzione sociale, della propria dignità nazionale e umana. La cultura non soltanto libera queste masse dai pregiudizi che derivano dall'ignoranza, dai limiti che questa pone all'orizzonte degli uomini: la cultura è anche uno strumento per andare avanti e far andare avanti, progredire e innalzare tutta la società nazionale.
La gelosia è sana fino a quando non diventa ossessiva, allora si perde ogni rispetto, va oltre ogni eccesso e diventa malattia.
Non ero geloso del tuo corpo. Non ero geloso che tu potessi essere di qualcun altro. Quella è possessività. Ero geloso che i tuoi sogni, che le tue esperienze, che il tuo tempo, che tutto quello che sapevo io, potessi condividerlo con qualcun altro. Non ero geloso di te. Ero geloso della tua essenza.
Gelosia al punto giusto: stuzzicare senza soffocare.
Il male, il far male è racchiuso in ognuno di noi, a volte è forte da fuoriuscire, a volte riusciamo a contrastarlo e spedire nel più profondo abisso di noi stessi. Resta il fatto che siamo noi a decidere chi siamo.
La felicità è come l'elemosina gettata al mendico. Gli permette di vivere oggi per prolungare il suo dolore l'indomani.