Scritta da: Pietro Italo Giovanni Calabrese
Se un giorno l'umanità risolvesse tutti i suoi problemi, non smetterebbe di lamentarsi e di essere infelice: si lamenterebbe del problema di non aver più problemi di cui lamentarsi.
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Se un giorno l'umanità risolvesse tutti i suoi problemi, non smetterebbe di lamentarsi e di essere infelice: si lamenterebbe del problema di non aver più problemi di cui lamentarsi.
Che strano posto il mondo: miliardi di uomini e donne vivono solo per compiere la felicità o l'infelicità di un paio di persone.
C'è un unico sentimento che accomuna tutte le persone infelici: credere di essere la persona più infelice del mondo.
La felicità degli altri, eccetto i figli, è la principale ragione della nostra infelicità, e la felicità nostra dell'infelicità altrui. Ecco perché la felicità dovrebbe essere un dovere, e non un diritto, sancito dalla Costituzione.
La felicità è una creatura fragile la cui vita dura un attimo: giusto il tempo di soccombere ad un sospiro.
Le uniche persone veramente felici che ho conosciuto, sono quelle che si raccontano di quanto erano felici l'ultima volta che si sono incontrate.
Nessuno è mai infelice perché non ha un presente, ma solo perché sente di non avere un futuro.
La felicità è una conquista della ragione e del carattere, piuttosto che essere il risultato delle circostanze.
Riuscire a raggiungere la felicità diventa la principale aspirazione una volta che l'hai raggiunta.
Il sesso è l'unica ossessione che uno si cura per farsela venire.