Scritta da: Silvia
I difetti e le tare dell'anima sono come le ferite del corpo: nonostante gli sforzi inimmaginabili fatti per guarirle, rimane sempre una cicatrice.
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I difetti e le tare dell'anima sono come le ferite del corpo: nonostante gli sforzi inimmaginabili fatti per guarirle, rimane sempre una cicatrice.
Tu sai stare a sentire. Questa è la prima qualità di chi deve parlare.
Non sono una ragazza facile, facile d'amare, facile da capire e tantomeno facile da crearci una bella amicizia. Non sono sempre stata così, prima ero la ragazza gentile, dolce e buona. Quella che sorrideva al mondo ingenuamente, quella facile da prendere in giro, quella facile da tradire e quella facile da lasciare. Ora conto i miei amici e i miei affetti veri su una mano sola, non sono molti ma con piccoli gesti raddoppiano i miei sorrisi. Non importa la somma delle persone che conosciamo, ma l'importante sono i momenti e le gioie che queste poche persone ti regalano. Questo ho dovuto impararlo dalla vita.
E pensare che le persone finiscono nel manicomio della vita non verranno più ascoltate da nessuno, e sordo diverrà ogni tentativo di vederne le gesti.
Quanta crudeltà comporta la vita ad osservarla scorrere tra le mura delle nostre coscienze, tutto fa capire quanta pochezza contiene il genere umano.
Scrivo questo pensiero dopo aver parlato con un povero pazzo che invece mi è parso meno povero di tanti ricchi benefattori che pur di raggiungere gli allori, dispensano gloria di carta e non sporcarsi le mani regalando una carezza ad un misero, sporco pazzo... sporco solo delle sue vesti.
Per la prima volta ho incontrato qualcuno che cerca le persone e vede oltre. Può sembrare banale, eppure credo che sia profondo. Non vediamo mai al di là delle nostre certezze e, cosa ancora più grave, abbiamo rinunciato all'incontro, non facciamo che incontrare noi stessi in questi specchi perenni senza nemmeno riconoscerci. Se ci accorgessimo, se prendessimo coscienza del fatto che nell'altro guardiamo solo noi stessi, che stiamo soli nel deserto, potremmo impazzire. (...) Io invece supplico il destino di darmi la possibilità di vedere al di là di me stessa e di incontrare qualcuno.
La radice latina della parola "responsabilità" ne svela il significato: capacità di rispondere, di reagire.
Un guerriero responsabile ha saputo osservare e istruirsi. Ma è stato capace di essere anche "irresponsabile": a volte si è lasciato trascinare dalla situazione, e non ha risposto nè ha reagito.
Ma ha imparato la lezione: ha assunto un atteggiamento, ha ascoltato un consiglio, ha avuto l'umiltà di accettare aiuto.
Un guerriero responsabile non è quello che si prende sulle spalle il peso del mondo. È colui che ha imparato ad affrontare le sfide del momento.
Non stavo cercando niente, fu un caso trovarti, ho visto i tuoi occhi, nascosti.
Mi hai concesso di assaporare la tua anima. Mi ha donato, un poco di te. Impossibili sogni... mi sono detto, nascosta dal tuo limite, nascosta dalle tue fronde, nascosta dal tuo dolore. Ti ho lasciata una notte, senza far rumore, con il cuore colmo di rugiada, con un cielo senza stelle. Mi hai cercato... guardandomi mi hai donato una scheggia di te, mi accompagna ogni giorno. Domani... aspetteremo una nuova alba assieme.
Ridi sempre, ridi, fatti credere pazzo, ma mai triste. Ridi anche se ti sta crollando il mondo addosso, continua a sorridere. Ci son persone che vivono per il tuo sorriso e altre che rosicheranno quando capiranno di non essere riuscite a spegnerlo.
È un'anima espansa quella che può fare musica.
E le anime vengono espanse, stirate, dalla trazione esercitata dagli opposti: punti, gusti, desideri, lealtà opposte.
Dove non esistono polarità, dove le energie fluiscono senza problemi in una sola direzione, si faranno molte cose, ma non musica, si farà molto rumore, ma non musica.
La musica è creata dall'incontro del suono e del silenzio, la musica è creata dagli opposti.
Voglio una visita guidata a quelle "profondità" misteriose, e pretendo di conoscere tutti gli strati sedimentati, per chiamarli almeno una volta per nome e avere da loro una risposta. Che siano finalmente miei, senza il solito, eterno silenzio (che in questo momento, per esempio, senza motivo apparente, nella calca del quotidiano, mi fa esplodere il cuore).