Scritta da: B. Summer
Lui aveva detto proprio quello che il suo cuore voleva sentire e che la sua ragione temeva.
dal libro "Anna Karenina" di Lev Nikolaevic Tolstoj
Lui aveva detto proprio quello che il suo cuore voleva sentire e che la sua ragione temeva.
Non era mia abitudine trascurare il mio aspetto o l'impressione che facevo sugli altri: al contrario, cercavo sempre di fare una buona figura e di piacere per quanto me lo permetteva la mancanza di bellezza. A volte rimpiangevo di non essere pił graziosa: a volte desideravo avere guance rosate, il naso dritto, una piccola bocca fresca come una ciliegia; desideravo essere alta, maestosa, con una bella figura; mi sembrava essere una disgrazia essere cosģ piccola e scialba, e avere lineamenti irregolari e marcati.
Non č la violenza che trionfa sull'odio, né la vendetta che meglio sana l'offesa.
Non sono un uccello; e non c'č rete che possa intrappolarmi: sono una creatura umana libera, con una libera volontą, che ora esercito lasciandovi.
Abbi tanto rispetto di te da non prodigare l'amore di tutto il tuo cuore, e la tua anima e la tua forza a qualcuno che non gradirebbe il tuo dono e lo disprezzerebbe.
Ma tu pensi a qualcun atro, lo sai bene; e sai che lui non pensa a te.
Una sofferenza come la mia non ha orgoglio.
Cosa mi importa se si saprą che sono disperata?
Tutto il mondo puņ avere il trionfo di vedermi in questo stato. Quelli che non sanno cosa sia soffrire possono essere orgogliosi e indipendenti. Possono resistere agli oltraggi, o ricambiare le provocazioni. Io non posso farlo. Io devo soffrire, mi devo disperare, e che tutti quelli che vogliono godere di questo siano i benvenuti
Č sorprendente, quando ci ripenso ora e ripenso a quello che lei era, che il mio cuore fosse tanto insensibile!
Il mio ultimo e pił sincero pensiero sarą sempre per lui.
Quel che meno si aspetta accade sempre.