Scritta da: Roberta De Santis
Lui sarebbe andato via non appena l'avesse vista. Quella notte non arrivò mai. La luna continuava a gonfiare le nuvole.
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Lui sarebbe andato via non appena l'avesse vista. Quella notte non arrivò mai. La luna continuava a gonfiare le nuvole.
Tutti a dire "segui il tuo cuore", ma se poi lo segui quel cuore chissà come finisce che ti perdi.
Gli uccelli, quando arriva il momento mollano tutto e vanno via. Chissà perché noi no.
Una scelta è come un salto: ti spaventa, lo rimandi, ma se ti butti è libertà.
Estasiati a guardare il cielo! Ma se le stelle calassero delle funi rimarremmo tutti penzoloni.
Siamo tutti dei diamanti, ma pensare di brillare più delle stelle è solo un'illusione.
Muti e soli. Ce ne stavamo rintanati in noi stessi. Compagni di pasto e di dolori. Panni stesi ai due capi di un filo. Pale eoliche che si intersecano solo in un punto, quello della loro ingenuità ferita. Rami diversi di uno stesso albero che si cibano di linfa di modi gentili e affetto fuso.
Immagina un momento di stella. Un momento di gioia assoluta, di candore vero e restaci.
Esiste una parola che è foglia e piuma, che è squarcio e schianto, che è carezza e volo, che è azzurro e viaggio. È "scusa". E la torre si scioglie.
Piano con le promesse. Prima di spergiurare "per sempre" l'amore dovrebbe avere il tempo di vivere e morire.