Scritta da: Silvia Nelli
Non c'è un limite al dolore, ma c'è quel classico "fondo" che una volta che lo tocchi o risali o ti lasci morire. E io personalmente ho sempre preferito affrontare la salita!
Composta sabato 4 gennaio 2014
Non c'è un limite al dolore, ma c'è quel classico "fondo" che una volta che lo tocchi o risali o ti lasci morire. E io personalmente ho sempre preferito affrontare la salita!
E poi, il peggio è quando leggo le conversazioni tra amici, fidanzati, a quel punto non ce la faccio più e scoppio. Non tanto perché a me non scrive mai nessuno, ma perché me non rispondono nemmeno. Io scrivo, loro visualizzano ma non rispondono, come se non esistessi, come se non mi facesse male.
Il cattivo umore può passare alla stessa velocità con cui è venuto.
Forse, la tristezza, nell'ordine del dolore, si muta, ben presto, in spietatezza.
È bruttissimo star male e non avere accanto la persona che vorresti. Forse questo è il pensiero peggiore di certi momenti. Magari basterebbe una carezza sulla testa come si farebbe con un cane, sì, a me basterebbe anche quella. Davvero.
Un dolore non occorre che faccia rumore per avere valore.
Scherzi, ridi, ma certe assenze te le porti dentro.
Devo ancora incontrare un ignorante che non sappia insegnarmi qualcosa.