Scritta da: Sandra Piogia
C'è chi non conosce la solitudine. C'è chi ti insegna a restare solo.
Composta mercoledì 15 aprile 2015
C'è chi non conosce la solitudine. C'è chi ti insegna a restare solo.
Prima di dare delle risposte a chi ti attacca, valuta da uno a mille quanto valga la pena rispondere. Potresti sprecare parole per chi vale zero o anche meno.
Non prendetevela con Facebook se si rovinano i vostri rapporti sociali o di coppia. Prendetevela con la vostra testa e con la vostra inadeguatezza. Non è un social che insegna a voler bene o ad amare. Affetto e amore esistevano anche prima di Facebook. Chi usa un social per i suoi porci comodi è solo piccolo e insulso "soggetto" che cerca un intero mondo in un "cubo magico". Eppure il mondo lo ha vicino a sé, senza meritarlo.
Essendo solo di passaggio su questa terra più che avere fama ci si deve preoccupare di lasciare una traccia pulita del nostro passaggio. Preoccuparsi di lasciare una traccia leggibile, chiara, mai giustificata dalla falsità di un essere che quasi non esiste. Perché forse noi, gli "stronzi" che guardano in faccia la vita, non ci arrendiamo mai, se non tocchiamo e comprendiamo, ciò che ci passa accanto. O meglio restiamo coloro che sbattono la testa contro i muri pur di lasciare intatta la nostra vera essenza.
La cattiveria è l'unica opzione per chi non apprezza la sua vita e cerca con essa di rovinare quella degli altri.
Il cielo non tace mai, ha molte cose da dire, lui attende solo il risveglio dell'anima per mostrare la luce oltre le nuvole, dove sono nascosti sogni e pensieri che alimentano ancora la vita.
Se non fosse per quello che ci fa restare in vita legato ad ogni nostra minima speranza, non avremmo possibilità nemmeno per un attimo di sentirci chiamati per vivere ed esaudire una piccola parte dei nostri sogni.
In un giorno vi è la meraviglia di una vita. Ognuno traccia linee e colora il suo disegno. La tela è vasta, i colori sono delicati, accesi, vividi, sfumati. Tonalità infinite. La meraviglia sta nel mescolare, abbinare, sfumare. Colorare non imbrattare. Il primo ad essere meravigliato di quel disegno sei tu che neanche credi di aver colorato tu. Eppure c'è chi cerca di pasticciare e logorare la tela della tua vita, a niente vale stendere il nero dei giorni che ti porti addosso per colpa di chi ti ruba i colori. E Tu che fai? Vai avanti aspettando di asciugare una macchia per continuare a colorare. E ti accorgi che anche il nero fa parte della tua vita e c'è sempre chi ti passerà la tavolozza senza fare attenzione, forse perché l'unico a dipingere e colorare sei tu, sempre attento a non versare i colori a te più cari.
Non è tuo ciò che ti appartiene. Ma è tuo tutto ciò per il quale tu vivi.
Di cosa hai bisogno di un palcoscenico o di un cuore? Basta sentire batterne uno solo che ti voglia bene, e già sai che quel cuore applaude per te.