Le parole, come sassi che rotolano dalle montagne, cadono con rimbalzi su pareti di roccia d'anima silenziose e finiscono nelle profondità di noi stessi, creando onde liquide di superficie che continuano il loro moto all'infinito e a seconda della loro portata ci fanno comprendere se abbiamo ingerito macigni o piccole pietre.
La consapevolezza del sapere stare sola, mi permette la libertà di innamorarmi ancora, follemente e perdutamente.
Parole vecchie ingrigite, consumate, inflazionate. Parole inutili: disperati tentativi di vendetta, disperati tentativi di sangue nella carne della coscienza. Chi vomita si libera o si riempie? Triste la via di chi cammina nell'ombra, bruciando ogni possibilità di luce, incapace di volgersi all'orizzonte imprigionato dall'anima chiusa in un buio di non stelle di non luna di non luce, buio nero rabbia, veleno instillato in gocce eterne.
Non parlare ad un asino come se fosse cavallo, di criniera non ne trovi.
La grandezza non sta nella religione che ognuno di noi abbraccia, ma nella capacità dell'anima di esprimersi attraverso di essa.
La felicità in un attimo, tuttavia.
La solitudine è pregio e difetto: l'uno perché ci spinge negli altri, l'altro perché ne sentiamo la mancanza subito dopo.
Silenzia la mente, dai voce all'anima!
Non è forte colui che non trema mai, ma chi tremando prosegue.
Eppure un posto di "vomito" d'anima lo si deve avere. Eppure - sebbene - tuttavia-anche se. Un posto d'echi di me stessa lo voglio avere. Poco importa se capita, poco importa se ascoltata, alla fine tutti noi, spesso, parliamo per la presunzione d'ascoltarci.