Sotto altro aspetto - e questo sia chiaro - io non ritengo assolutamente di aver trovato. Ciò è ampiamente dimostrato dalla circostanza che, se avessi trovato, riuscirei a volare (come dice Flavia): cosa che sono ben lontano dal poter fare.
Qualcosa, però, ho davvero trovato: ho trovato la via su cui compiere ancora, a passo di lumaca (come sempre), un lungo ed infinito cammino.
Quanto all'ottimismo di cui parla Cristallina, vorrei puntualizzare una cosa che può essere di qualche conforto.
E il concetto è questo: io non sono nè "ottimista", nè "sicuro".
La parola "ottimismo" indica l' "attitudine a giudicare favorevolmente lo stato e il divenire della realtà". Se poi guardiamo alla parola "attitudine", essa designa una sorta di capacità, di atteggiamento o inclinazione dello spirito, ma in un'ottica INDIVIDUALE, soggettiva, in quanto tale connaturata ed incomunicabile. Insomma, una sorta di visione spontanea ed immotivata della realtà, propria del "carattere" di alcuni individui.
Orbene, io non sono affatto "ottimista" in questo senso, perché ricollego la mia visione del mondo non a soggettivi moti dell'animo, ma a motivazioni OBIETTIVE, che hanno, come unico "neo", quello di essere motivazioni NASCOSTE, per giungere alle quali occorre cioè un minimo di attenzione, di meditazione, di ricerca.
Ora: il vero ostacolo all'acquisizione di questa visuale del mondo è l'assenza di voglia di cercare; ma la voglia di cercare è un po' come la voglia di mangiare: prima o poi arriva, e quando arriva non si ferma, finché non si sazia. Sotto questo aspetto, il vero problema dell'umanità nel suo complesso, come unico organismo vivente, è che questa voglia di ricerca non viene a tutti i suoi componenti nello stesso momento, ragion per cui, analizzando l'umanità nel suo complesso in un qualsiasi singolo momento, quelli che cercano (e tra costoro, peggio ancora, quelli che trovano) formano solo uno sparuto gruppo di persone.
Ma quando si incomincia a cercare, e si cerca non per passatempo, ma per NECESSITA', prima o poi si trova. E' vero che vengono momenti di stasi, di riposo, momenti in cui ci si ferma semmai su qualche piccolo risultato, e passa la voglia (e talvolta anche la forza) di andare a vanti. Ma prima o poi si riprende la ricerca - ripeto - non per volontà, ma per necessità.
Questo non è ottimismo, ma solo pura e semplice constatazione di un dato di fatto, che può essere - credo - di qualche conforto per chi, avendo cominciato a cercare, non abbia ancora trovato.
Quanto poi alla sicurezza, il difficile (ed anche un po' assurdo) è averne prima di avere visto; ma quando si è visto, è cosa del tutto normale, e degna non di stima, ma della semplice decisione di continuare a camminare pieni di speranza su una strada, che è strada di tutti e per tutti.
Attendere? E' inutile ed illusorio, perché ogni attesa è fatta di tempo che passa, e tra le tante illusioni dei sensi vi è anche il tempo, con il suo prima ed il suo poi che scandiscono l'assurda distinzione tra ciò che non esiste più, ciò che esiste e ciò che non esiste ancora. Simpatica però l'immagine di "Pino che vola sul gradino" (...e si rompe la noce del collo :))
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