Commenti a "Capisco perché i dieci comandamenti sono tanti..." di Konrad Adenauer
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postato da Giuseppe Freda, il
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postato da margherita1, il
Martin Luther King disse: La mia libertà finisce dove inizia la vostra'. Io sposo questo concetto e mi piacerebbe che lo facessero anche gli altri. Capisco e comprendo il tuo pensiero ma credimi nessuno cambia mai, a volte dopo un forte trauma individuale può avvenire una sorta di conversione nella vita ma sono casi rari. Le persone semmai vanno accettare per quello che sono altrimenti evitate, lo dico con dispiacere ma purtroppo è un'utopia pensare di arrivare al cuore di chi non lo possiede. Tuttavia lo sforzo è necessario
ma fino ad un certo punto. In ogni caso non chiudo mai la porta, sono sempre pronta a ricredermi e se questo accade, credimi, non posso esserne che felice.
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postato da Giuseppe Freda, il
Amare i propri nemici significa amare coloro che ci sono nemici. E' ovvio, invece, che non si può amare qualcuno e contemporaneamente essergli nemici. Quindi: io ho diversa gente che mi è nemica, che cioè mi è contro; ma non sono nemico di nessuno, cioè non sono contro nessuno.
Sono invece nemico, e implacabile, di certi comportamenti e di certe idee; ma ciò si converte nell'esprimere chiaramente il mio pensiero, e il mio disprezzo per quei comportamenti e per quelle idee, mai per le persone che tengono quei comportamenti e sono portatori di quelle idee.
Le persone cambiano; mentre comportamenti e idee non cambiano, e sono come i vestiti: oggi ce l'hai, domani puoi averne altri.
Secondo me quindi dobbiamo tollerare tutto.
Lo so che questo può essere scambiato per debolezza; ma solo sulle prime, perché i deboli si fanno intimorire, tacciono, si defilano, sono quelli che "non hanno sentito", "non hanno visto", o quelli che, anche di fronte a soprusi evidenti, assumono comodi ed ipocriti atteggiamenti di "equidistanza". Chi invece con calma continua a mettere i puntini sulle " i " potrà essere ritenuto tutto, tranne che debole.
Sono quindi del parere che i nemici vadano non solo compresi, ma anche amati. Sbagliare è umano, tutti noi sbagliamo. Vorremmo non amare un nostro fratello, che semmai prima di sbagliare ci era anche amico, solo perché sbaglia? Ma sai quante volte avremo sbagliato noi senza neanche accorgercene...
Qualsiasi regola, certo, può essere imposta. Ma l'imposizione, cosa crea? Crea acquiescenze esteriori, non convinzioni interiori. Se riesci ad imporre la regola del non rubare, nessuno ruberà; ma appena il gendarme si sarà voltato dall'altra parte, ruberà, se non è interiormente convinto che non si deve rubare... Ora, se tu ami qualcuno, desideri convincerlo, senza imposizioni...
Vedi, la convinzione interiore è proprio l'UNICO antidoto al "pazzo" di cui parli. Rifletti: CHI ha obbedito all'autoritarismo di un tempo? Un popolo (tedesco, e poi italiano) abituato ad obbedire. Pertini, invece, non obbedì, preferì la galera, e con lui tanti altri. La gente non deve essere abituata ad obbedire, ma a pensare, a riflettere. Sin da bambini. Altrimenti rischiamo di farne burattini, non uomini veri.
Ora, questo con cui parliamo non è un burattino. E' un ragazz(accio :) che deve capire alcune cose, ma non un burattino. Bisogna parlare, spiegare, MOTIVARE. Non capirà oggi? Beh,per capire c'è tempo: capirà domani. Il dialogo è la terapia "omeopatica" dei contrasti; l'imposizione è una terapia farmacologica tossica e, sul lungo periodo, inutile, perché la malattia torna più rigogliosa di prima.
Per il resto sono perfettamente d'accordo.
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postato da karim illusionista, il
http://www.youtube.com/watch?feature=player_detailpage&v=1mDvQxx66GE
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postato da margherita1, il
Io non vado a messa ma ho la passione per la cucina , forse questo potrebbe essere un punto d'incontro ?