La solitudine quotidiana
Ormai la solitudine mi accompagna quotidianamente,
mi sembra strano che in me esista la solitudine.
Non è mai esistita in me la solitudine.
In questo periodo mi sveglio di notte in continuazione,
e mi accorgo che sono solo,
la mia stanza è impregnata di solitudine,
mentre io non ho che me stesso rannicchiato in un lato del letto,
abbracciando forte il cuscino.
Mi accorgo ora di quanto era bello per strada afferrarsi per mano,
un gesto unico, di profondo affetto,
un modo per stare vicini,
un modo per sentirsi vicini alle persone che amiamo.
Ora però, la mano tesa non ha nessun altra mano da stringere.
La mia capacità a tollerare la solitudine è uguale a zero,
dicono che dalla solitudine si può emergere,
ma se non si riesce da soli bisognerebbe farsi aiutare.
Ma da chi? Se la mia solitudine deriva da un amore finito,
da un amore distrutto e a senso unico,
dove per dimenticare ci si chiude dentro,
dove per non soffrire si chiudono tutte le porte del cuore.
Quando lascio che i miei pensieri negativi offuschino ciò che amo o che ho amato,
non posso essere felice e faccio calare il buio della notte.
La notte arriva, mentre io non ho che me stesso rannicchiato in un lato del letto, abbracciando forte il cuscino.
Sperando di addormentarmi e sprofondare in sogni dove la solitudine non esiste.
Composta lunedì 18 ottobre 2010
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