Commenti a "Circondàti da falsi sorrisi e amori finiti..." di Violetta Serreli
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postato da Giuseppe Freda, il
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postato da Gianluca Cristadoro, il
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Nemmeno io credo alla saggezza intesa come perseguimento di un sublime status etico e morale o di verità assolute e universalmente riconosciute, piuttosto come fine ultimo di un percorso individuale fatto di acquisizioni di nuove conoscenze, di sconfitte e di soddisfazioni, nel progressivo miglioramento delle nostre capacità di comprendere la realtà che spesso, nella veste di persone o accadimenti, ci si palesa pur nella sua difficoltà interpretativa.
Si nasce soli e si muore soli, ma nel frattempo vi è un terreno comune da coltivare che, volenti o nolenti, ci impone di mettere a confronto (meglio se "a disposizione") esperienze, cognizioni e virtù, delle quali ognuno possa fare tesoro in base alla propria personale sensibilità, inclinazione, sistema di valori e, non ultimo, volontà di assecondare o sfidare il proprio destino.
In questo universo di individualità' parallele, convergenti solo all'infinito, voglio continuare a credere nell'esistenza di luoghi, sospesi fra lo spazio ed il tempo, ove agli interessi del singolo prevalgano quelli collettivi. Utopia o necessità? Forse entrambe le cose o forse nessuna delle due.
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postato da Giuseppe Freda, il
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Sinceramente, non credo nella saggezza come acquisizione di definitive verità superiori, per il semplice motivo che secondo me il perfezionamento individuale è un susseguirsi di successive posizioni di equilibrio interiore derivate dal meditato superamento di esperienze dolorose o traumatiche.
In tale situazione, la varietà e la continua progressività delle esperienze e delle acquisizioni è indice dell'ampiezza infinita di ogni dimensione del processo, per cui a mio avviso nessuno potrà mai essere definito saggio, e tanto meno autodefinirsi tale.
Siamo in realtà, noi tutti, esploratori di luoghi spesso tra loro diversi, in condizioni di tempo e di equipaggiamento diverse, le cui strade si congiungono sì in un'unica meta, ma solo all'infinito; e spesso senza reale possibilità di interscambio di mappe e segnali, perché ciascuno esplora il labirinto da punti di partenza e itinerari diversi.
Esiste tuttavia di tanto in tanto la possibilità di ricevere da altri un piccolo barlume che possa aiutarci a far luce sulla nostra personale esplorazione, che saremo però sempre destinati a proseguire e interpretare da soli.