Commenti a "Circondàti da falsi sorrisi e amori finiti..." di Violetta Serreli
21
postato da Giuseppe Freda, il
segnala abuso
20
postato da Gianluca Cristadoro, il
Nemmeno io credo alla saggezza intesa come perseguimento di un sublime status etico e morale o di verità assolute e universalmente riconosciute, piuttosto come fine ultimo di un percorso individuale fatto di acquisizioni di nuove conoscenze, di sconfitte e di soddisfazioni, nel progressivo miglioramento delle nostre capacità di comprendere la realtà che spesso, nella veste di persone o accadimenti, ci si palesa pur nella sua difficoltà interpretativa.
Si nasce soli e si muore soli, ma nel frattempo vi è un terreno comune da coltivare che, volenti o nolenti, ci impone di mettere a confronto (meglio se "a disposizione") esperienze, cognizioni e virtù, delle quali ognuno possa fare tesoro in base alla propria personale sensibilità, inclinazione, sistema di valori e, non ultimo, volontà di assecondare o sfidare il proprio destino.
In questo universo di individualità' parallele, convergenti solo all'infinito, voglio continuare a credere nell'esistenza di luoghi, sospesi fra lo spazio ed il tempo, ove agli interessi del singolo prevalgano quelli collettivi. Utopia o necessità? Forse entrambe le cose o forse nessuna delle due.
18
postato da Giuseppe Freda, il
Sinceramente, non credo nella saggezza come acquisizione di definitive verità superiori, per il semplice motivo che secondo me il perfezionamento individuale è un susseguirsi di successive posizioni di equilibrio interiore derivate dal meditato superamento di esperienze dolorose o traumatiche.
In tale situazione, la varietà e la continua progressività delle esperienze e delle acquisizioni è indice dell'ampiezza infinita di ogni dimensione del processo, per cui a mio avviso nessuno potrà mai essere definito saggio, e tanto meno autodefinirsi tale.
Siamo in realtà, noi tutti, esploratori di luoghi spesso tra loro diversi, in condizioni di tempo e di equipaggiamento diverse, le cui strade si congiungono sì in un'unica meta, ma solo all'infinito; e spesso senza reale possibilità di interscambio di mappe e segnali, perché ciascuno esplora il labirinto da punti di partenza e itinerari diversi.
Esiste tuttavia di tanto in tanto la possibilità di ricevere da altri un piccolo barlume che possa aiutarci a far luce sulla nostra personale esplorazione, che saremo però sempre destinati a proseguire e interpretare da soli.