Commenti a Ancora una volta vado di Sir Jo (Sergio Formiggini)


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postato da , il
Grazie juleusss :)
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postato da , il
nulla resta ... per me oggi questo è il problema...

Non sono adatto a stare fermo, ma forse nell'occhio del ciclone è meglio non agitarsi troppo, tanto è inutile ... speriamo che quando il ciclone smetterà di trasportarmi non mi lasci cadere nel letame ...
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postato da , il
Bella e sofferta, complimenti Sir Jo.
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postato da , il
Sir Black...
Buona lettura

OCCHIO DEL CI-CLO-NE

“Pensi che ce l’abbia?”
“Che abbia cosa?”
“Un futuro.”
“Non puoi avere un futuro.”
“Sei sempre così sottile.”
“Lo sai, sono fatto così.”
“E io, io ce l’ho un futuro?”
“Sì, tu ce l’hai.”
“è un bene?”
“Non lo so, penso di si.”  disse lui, sdraiandosi sul prato.
Era una notte in cui si potevano vedere un sacco di stelle.
“Raccontami qualcosa di rassicurante”  le disse lei.
“Non ho niente da raccontarti.”
“Questo è rassicurante.”
“Trovi?”
“Sì, è rassicurante che tu non abbia niente da raccontarmi.”
Stettero in silenzio per dieci minuti, sdraiati sulla terra asciutta,
pancia in su, a guardare il cielo.
Lui cominciò a dire: “Sai, questo...
Questo mondo alle volte mi fa un po’ schi-fo.
È patetico vivere così.”
“E come vorresti vivere?”
“Non lo so, questo è l’unico modo in cui ci è dato vivere,
in cui ci è dato saperlo.”
“E allora di che ti lamenti?” – chiese lei.
“Non lo so.” – rispose lui.
“Non sai un sacco di cose.” – gli disse.
I rami di un ciliegio iniziarono a scarmigliarsi.
I fili d’erba si piegarono e sui loro corpi
qualche cosa come polline e petali, passò rapido in folata.
Il vento s’era alzato quasi d’improvviso.
Lui pensò che fosse una cosa strana, perché non era nuv0loso.
E anche lei pensò qualcosa di simile.
“Vorrei che fosse così per sempre” 
disse lei coprendosi appena gli occhi con la mano.
“Così come?”
“Così.”
Il vento non accennava a diminuire,
Ora al resto si era aggiunta qualche foglia,
qualche pigro volatile notturno risvegliato dalla corrente d’aria
sorvolò il pezzo di cielo sopra di loro.
“Secondo te sta per venire una tempe-sta?”
Lei si era alzata,
la gonna era piegata tutta da una parte come i suoi capelli.
“Siamo nell’occhio del cicl0ne. Ci siamo sempre stati,
solo che adesso tira vento.”  Anche lui si era alzato in piedi.
“Che facciamo?”
“Aspettiamo che passi.”
“Passerà subito?”
“Quando sarà passato, ti sembrerà un secolo fa.”
“Ho pa-ura.”
“Non devi fare nulla,
quando sei nell’occhio del cicl0ne devi restare ferma.”
Il vento disperse le loro voci e il loro ricordo,
fra gli alberi, tra le dune di fiori.

Tutto passa, tutto va, nulla resta. Mah...

   Ciao
13
postato da , il
Sir Black...
Buona lettura

OCCHIO DEL CICLONE

“Pensi che ce l’abbia?”
“Che abbia cosa?”
“Un futuro.”
“Non puoi avere un futuro.”
“Sei sempre così sottile.”
“Lo sai, sono fatto così.”
“E io, io ce l’ho un futuro?”
“Sì, tu ce l’hai.”
“è un bene?”
“Non lo so, penso di si.” – disse lui, sdraiandosi sul prato.
Era una notte in cui si potevano vedere un sacco di stelle.
“Raccontami qualcosa di rassicurante” – le disse lei.
“Non ho niente da raccontarti.”
“Questo è rassicurante.”
“Trovi?”
“Sì, è rassicurante che tu non abbia niente da raccontarmi.”
Stettero in silenzio per dieci minuti, sdraiati sulla terra asciutta,
pancia in su, a guardare il cielo.
Lui cominciò a dire: “Sai, questo...
Questo mondo alle volte mi fa un po’ schif0.
È patetico vivere così.”
“E come vorresti vivere?”
“Non lo so, questo è l’unico modo in cui ci è dato vivere,
in cui ci è dato saperlo.”
“E allora di che ti lamenti?” – chiese lei.
“Non lo so.” – rispose lui.
“Non sai un sacco di cose.” – gli disse.
I rami di un ciliegio iniziarono a scarmigliarsi.
I fili d’erba si piegarono e sui loro corpi
qualche cosa come polline e petali, passò rapido in folata.
Il vento s’era alzato quasi d’improvviso.
Lui pensò che fosse una cosa strana, perché non era nuvoloso.
E anche lei pensò qualcosa di simile.
“Vorrei che fosse così per sempre” 
disse lei coprendosi appena gli occhi con la mano.
“Così come?”
“Così.”
Il vento non accennava a diminuire,
Ora al resto si era aggiunta qualche foglia,
qualche pigro volatile notturno risvegliato dalla corrente d’aria
sorvolò il pezzo di cielo sopra di loro.
“Secondo te sta per venire una tempesta?”
Lei si era alzata, la gonna era piegata tutta da una parte come i suoi capelli.
“Siamo nell’occhio del ciclone. Ci siamo sempre stati,
solo che adesso tira vento.”  Anche lui si era alzato in piedi.
“Che facciamo?”
“Aspettiamo che passi.”
“Passerà subito?”
“Quando sarà passato, ti sembrerà un secolo fa.”
“Ho paura.”
“Non devi fare nulla,
quando sei nell’occhio del ciclone devi restare ferma.”
Il vento disperse le loro voci e il loro ricordo,
fra gli alberi, tra le dune di fiori.

Tutto passa, tutto va, nulla resta. Mah...

   Ciao

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