Commenti a "Non credendo al caso, non ho scelta, devo..." di Alessia Porta

Bè se concepiamo Dio...come origine..principio...Arkè..non abbiamo bisogno di dargli un nome piuttosto che un altro...e non sentiamo nemmeno la necessità di individuarlo in qualcosa di spirituale o fisico...è come il "tutto e niente"....molto lontano dall'individualità  (intesa come Io) !!!

Secondo me, la differenza fra credere e non credere in una forza o energia impersonale chiamata Dio, o Creatore dell'Universo, o Complessità Suprema, come preferisci, è la stessa differenza tra password e PIN: cioè, nessuna! Entrambi necessitano di una conferma personale e inequivocabile per essere autenticati. Ed ancora secondo me, un'opinione è sempre e solo un'opinione, giusta o sbagliata che sia, e fino a prova contraria non si può costringere una persona a cambiare idea per forza o convincere qualcuno che la sua sia quella giusta.

Mi spiego meglio: un'individualità può avere Dio dentro di sé, ma non può essere Dio. L'individualità è un limite.

Einstein diceva di credere nel Dio di Spinoza, e secondo me aveva ragione: per concepire un Dio, bisogna per forza concepirlo come di sua natura impersonale, perché l'io fa a pugni con Dio.

sagace risposta Sir Jo