Il corpo si offre, la dignità si vende
Ero un codardo...
Rifiutavo l'amore che tanto speravo.
Anima muta, cieca, sorda,
storpiata, abbandonata, massacrata,
umiliata, cacciata via da un corpo
che ormai nella nebbia si dissolve in pace.
Niente baci.
Solo sesso e dolore nelle case di bronzo.
Vendevo il mio corpo con discrezione,
al miglior offerente offrivo anche il cuore.
Mi rivestivo in fretta, non esistevano
parole dolci, solo "ciao" e soldi
tenuti stretti come si tiene stretta
una vita ormai consumata come quel
preservativo rimasto a tacere
nelle quiete di un temporale.
Una sniffata di coca e lo schifo
si dimentica per almeno cinque ore.
Mi credevo forte perché offrivo
il mio corpo e vendevo a caro prezzo
la mia dignità, il mio orgoglio
ai potenti truffatori di libertà.
I soldi ripagavano la mia debolezza.
Un Dio muto s'affacciò alla porta
dell'inferno, osservò i miei occhi e sorrise...
Ero scettico,
non capivo il significato di quel sorriso.
Ora invece scrutando l'infinito
e l'orizzonte più remoto capisco
che il dolore come l'amore è vita.
Ed io sono vivo e vivo con le mani
macchiate di sangue, il mio sangue lento,
sgocciolava negli angoli bui del passato
macchiando con rapida scesa anche
le finestre aperte del mio
atteso e predominante presente.
Usavo il sesso come protezione, perivo
in silenzio e nel rumore di una carezza
non fiatavo, vomitavo odio e dolore.
La luna si trasforma in pioggia
ogni volta che il passato ritorna
e nelle orecchie del mio cuore esplode.
In tasca niente nemmeno una piccola
briciola di dignità da poter regalare
a quel gabbiano che ancora oggi
mi guarda schifato.
Composta martedì 28 febbraio 2012
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