A parte l'errore de "forza che ce l'ha fai" sicuramente di battitura, condivido, è una cosa buona diventare "tosti" ma il suo prezzo è altissimo, rinunciare alla spontaneità, al piacere del vivere le cose così come ci vengono offerte. Diventando "tosti" hai una mente molto più fredda, più sospettosa che ogni cosa possa avere un secondo fine e ciò toglie ogni gioia del vivere in maniera fresca e spensierata, ma questo è un meccanismo di difesa, a parer mio, che chi ha sofferto costruisce come baluardo per porre un grande muro tra sè e quasi totalmente il resto del mondo. Ha i suoi pro e i suoi enormi contro, tuttavia non è da biasimare chi ha abbracciato questa scuola, essendo forse io stesso un discepolo di questa accademia.