Trovo su internet: "Panteco (pron. pànteco) è un termine napoletano usato per indicare una situazione di panico, ma può essere usato anche per indicare un generico malessere."
Errato nel primo significato, troppo generico nel secondo.
Pànteco non è il panico, ma è condizione affannosa, paragonabile a quella di un cane che affanna tenendo fuori la lingua; la parola è addirittura usata talvolta come sinonimo di "moto" o di "storzillo" (dal verbo "storzellare", distorcere), che stanno a significare gli strani ed improvvisi movimenti di chi, in preda ad attacco epilettico o ad inatteso lancinante dolore, attiri involontariamente l'attenzione e le attenzioni degli astanti con mosse sconcertanti. E' in pratica ciò che, nei dialetti del Nord, viene talvolta definito come "balurdòn". : ))
Orbene, "spantecare" (che ho scritto "schpantecare" per rendere il suono "sc" -come in "esci"- della "s" iniziale) significa star lì, ad attendere le grazie dell'amata, affannando come un cane da pastore intorno alle pecore. Ciò nella migliore delle ipotesi; nella peggiore, addirittura farsi prendere (in senso buono ed amorevole) da un vero e proprio "storzillo" amoroso.
Dico questo per rispondere a Margherita, con licenza del leopardiano autore della frase, cui dò atto che, in effetti, la mia precisazione significa più "muoio per te" che "vivo per te". I due significati, tuttavia, in tema di amore e di amori (visti nella completezza del loro excursus, cioè anche con tutto ciò che segue all'innamoramento, ivi compresi raffreddamenti, geli, deprivazioni di libertà, litigi e responsabilità economiche e familiari) possono ritenersi praticamente uguali.
Ho scritto "Vivo di te" perchè il vedere una persona,l'avere una persona accanto, il provare qualcosa per una persona può spingere l'interessato a vivere, sarebbe vivo grazie a te, ma in questo modo non sarebbero più tre parole.
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