Scritto da: Giuseppe Freda
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Ma che cosa volete mai che io faccia, che vi mostri, che vi dica: esperimenti, rivelazioni, racconti trascendentali, apporti, dialoghi con spiriti intelligenti, pitture, confidenze, ecc. Ecc. Insomma, tutta la gamma delle mie sofferenze... Eppure queste cose le conoscete, oramai le sapete, ve le ho mostrate, ve le ho dette... Ma voi rimanete immobili ed immoti anche se vi tendo le braccia, se vi grido col cuore lacerato la mia solitudine ed il vostro assenteismo. Dopo tanto tempo non ho costruito nulla in voi; ho soltanto colmato molte ore della vostra noia, vi ho dato spettacolo. La vostra attenzione è altamente peculiare, così come se foste di fronte ad un palcoscenico ove il mio spirito o la mia anima o solamente il mio corpo assumono, per voi, il ruolo di una ridicola marionetta. Le mie parole cadono nel vuoto del nulla, di tutto il nulla che nutre il vostro cervello condizionato dalle esigenze di una materialità alla quale, ammetto, non vi è dato sottrarvi. Ma almeno un piccolo tentativo avreste pur potuto farlo, quello di muovervi verso di me od almeno verso le cose altissime che mostro a voi ciechi, egoisti e indifferenti a quel che succede. Poiché dentro di ... [segue »]

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    Scritto da: Giuseppe Freda
    Riferimento:
    Questo breve discorso, reperibile in internet come "testamento" di Gustavo Rol (che morì 19 anni dopo, nel 1994, all'età di 91 anni) pronunziato dalla sua viva voce, proviene da una personalità di levatura e facoltà superiori, che ritengo degna di disamina molto approfondita, alla ricerca della "ragione, che non è segreta, della Creazione".
    Dedica:
    A me stesso, ed a tutti coloro che sanno di poter volare eppure non riescono ancora a farlo.

    Commenti


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    Commento segnalato per enunciazione di falsa provenienza. Lo staff, per chi non lo sapesse, non interviene mai come faccia di... punto interrogativo.
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    Uffa.
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    Io mi butto sempre su.
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    Suvvia, non buttarti giù. O almeno, osserva le cose per quello che sono: nessuno è poeta, nessuno è migliore, nessuno è niente. Siamo solo viandanti smarriti in un territorio sconosciuto. Tutti, nessuno escluso.
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    Ma tu non mi comprendi e sorridi.
    E pensi che io sia malato.

    Oh, io sono veramente malato!
    E muoio, un poco, ogni giorno.
    Vedi: come le cose.
    Non sono, dunque, un poeta:
    io so che per esser detto: poeta, conviene
    viver ben altra vita.

    (cit)

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