Commenti a "In questo Paese è sempre più difficile..." di Giovanni Di Blasi


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E' vero. Ognuno ha dentro di sè una diversa cognizione del dualismo onestà/disonestà, diretta discendenza del proprio vissuto, della propria cultura e delle proprie abìitudini personali e familiari.

Il binomio onestà/disonestà, così difficile da scindere perché ondivaga ne è la linea di demarcazione, oltre che riferirsi ai rapporti con la società civile e le sue leggi, si declina in modo ancor più sottile sul piano dei rapporti personali, delle strette relazioni con le persone che più ci stanno vicine e che amiamo. E' un piano, spesso e per molti, traballante e scivoloso e può a ragione ritenersi fortunato, bravo o maturo chi riesce a fare chiarezza dentro di sé, sapendo in ogni istante se si trova al di qua o al di là della soglia.
Quanto al vivere civile, la linea di confine è teoricamente, che piaccia o no, stabilita dalle leggi, giuste o sbagliate che siano.
Con il solito, non trascurabile, particolare che uno Stato Civile le sue leggi deve saperle far rispettare. Altrimenti è il caos... cioè il paese pur "geniale e proteiforme" in cui viviamo...
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Secondo me, il guaio è che il limite dell'onestà e - non solo nel nostro paese- non è lo stesso per tutti.
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facendo le dovute distinzioni, secondo me chi oltrepassa il limite per non soccombere(costretto dalle circostanze) potrebbe considerarsi onesto. Il problema si presenta dopo, perchè i più ci prendono gusto :) oltrepassando quel limite sempre più spesso. :))))
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Valicare (perché vi si è costretti) il limite invisibile dell'onestà, è cosa onesta o disonesta?
La disonestà cosciente, necessitata e conclamata è un difficile esercizio di serena autocritica.
Una sorta di dura e spietata, ma indispensabile arte marziale.
Per quanto ne so io, la praticano solo in pochi... e quasi tutti si trovano a Napoli e centro Sud, dove sopravvivere tra le macerie delle dominazioni straniere (Papato, Savoia e Borboni compresi) è difficile da innumerevoli secoli.
Tra gli altri, cioè fra i tetragoni Galli Cisalpini e Transalpini, proliferano invece i trans-onesti: questi ultimi si limitano a spostare il limite dell'onestà un po' più in avanti.
E, come per incanto, rimangono onesti. 
Nella sottile (e per ciò inesistente) distinzione tra onestà, disonestà e trans-onestà risiede a mio avviso l'inaffondabilità della geniale e proteiforme società italiana.

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