Commenti a "In passato molti italiani si sono inchinati..." di Alexandre Cuissardes
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postato da Gianluca Cristadoro, il
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postato da margherita1, il
Che dire Dario, le tue parole sono davvero brezza fresca , concordo con te
parola per parola. Come dico sempre 'quando il gioco si fa duro i duri iniziano a giocare'. Quindi nulla da eccepire sulla volontà e la forza per affrontare sia il futuro che le avversità. Purtroppo però non possiamo dimenticare che la così detta 'crisi', non è un evento capitato a caso o per qualche incompetente politico. La crisi globale è stata indotta, no non credo in strani complotti mondiali, ma risulta ormai chiaro che questo disastro è stato pilotato per l'impossibilità di combattere una guerra vera. Ciò distruggere tutto per poter ricostruire essendo ormai arrivati all'apice dei consumi e dei diritti sociali. Portare le persone alla fame significa ''abbisognarle'' quindi dovranno domani ricominciare a ''comprare'', eliminare i diritti sociali significa azzerare il sociale per reinventarlo su basi
del dopoguerra. Senza crisi chi avrebbe mai condiviso , attuato, applicato, distorto e approfittato della famosa legge Biagi ?. Bene a questo punto sono disposta a credere che dovremo radere tutto al suolo, ma chi ricostruirà il tutto ? con quali regole ?. Ho grossi dubbi in proposito, il processo avverrà inevitabilmente anche se a caro prezzo ma sono tempi lontani.
Per il resto posso dirti che gioisco della tua meraviglia , niente conta più della conquista acquisita con il proprio sudore e niente scalda di più di un bel ciocco che scoppietta nel camino.
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postato da Dario Pautasso, il
E' necessario (o quasi necessario) perdere ogni valore, per ripristinarne di nuovi, di più forti, più concreti e risolutivi. Ora, la crisi economica è insopportabile, la dignità dell'uomo è stata scagliata nei più subdoli degli scantinati, la vergogna è peggiore della fame. Ma, i valori, niente giova ai valori come una crisi degli stessi.
Diceva Eintein: La crisi è la più grande benedizione per le persone e le nazioni, perché la crisi porta progressi. La creatività nasce dall’angoscia come il giorno nasce dalla notte oscura. E’ nella crisi che sorge l’inventiva, le scoperte e le grandi strategie. Chi supera la crisi supera sé stesso senza essere ‘superato’.
Chi attribuisce alla crisi i suoi fallimenti e difficoltà, violenta il suo stesso talento e dà più valore ai problemi che alle soluzioni. La vera crisi, è la crisi dell’incompetenza. L’ inconveniente delle persone e delle nazioni è la pigrizia nel cercare soluzioni e vie di uscita. Senza crisi non ci sono sfide, senza sfide la vita è una routine, una lenta agonia. Senza crisi non c’è merito. E’ nella crisi che emerge il meglio di ognuno, perché senza crisi tutti i venti sono solo lievi brezze. Parlare di crisi significa incrementarla, e tacere nella crisi è esaltare il conformismo. Invece, lavoriamo duro. Finiamola una volta per tutte con l’unica crisi pericolosa, che è la tragedia di non voler lottare per superarla.”
Io sono laureato, ma devo fqre il factotum in un ristorante, lavare i piatti se occorre, pulire, lucidare.... d'estate raccolgo la frutta, spacco io la legna che mi scalda. Ho un cellulare di 10 anni, ho l'armadio mezzo vuoto, mangio a casa...etc...etc... ma la natura, la primavera e una notte d'amore mi meravigliano ancora.
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postato da margherita1, il
Non ritengo il progresso nè la tecnologia un male assoluto, anzi, ciò che crea danno è come in tutte le cose la misura e l'uso che se ne fa di essa. Resta il fatto che ognuno di noi è imprescindibilmente 'connesso' alle sue radici e alle proprie esperienze di vita, aggiungerei anche ad una certa sensibilità innata.
Il menefreghismo dilagante degli ultimi decenni è dovuto ad un certo benessere che le generazioni precedenti a costo della pelle ci avevano consegnato certi che ne avremmo fatto buon uso. Ma non hanno tenuto conto di quanto il popolo italiano abbia la memoria corta, e di come appena abbia la pancia piena dimentica di fare scorta per l'inverno. Si dovranno attendere nuovi disastri , nuove generazioni e rigenerazioni per estirpare radici velenose ormai stratificate dentro questa popolazione di ladri e commedianti.
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postato da Gianluca Cristadoro, il
Siamo di fronte alla narcosi tecnologica della connessione sempre, dovunque e ad ogni costo (ma dovrei dire prezzo).
A cosa non è ben chiaro ad alcuno.
Così come, ai malcapitati di turno, non ne sono chiare nemmeno le ragioni.
Ragioni che trovano però il loro ineluttabile, nefasto esito nell'inconsapevole harakiri indotto dall'estremo tentativo di sopravvivere al nulla, al vuoto pneumatico di una società che ha smarrito valori, buon senso e dignità.
L'illusione di potersi sottrarre alla vacua perdizione fornita a piene mani dalla tecnologia a questa miseranda umanità è, a parer mio, ciò che ad oggi riesce a conservare in naftalina genti un tempo ribelli e coraggiose ed ora sempre più simili a zombie...