Commenti a "La perfezione è come la cima più alta di una..." di Claudio Brunelli
13
postato da Renato Malara & Puccio Beltinson, il
segnala abuso
12
postato da Gianluca Cristadoro, il
Quanto emerge dalla lettura die vari commenti è, a mio modo di vedere, proprio la conferma che il problema principale risieda nel fare le cose giuste.
E ciò sebbene con gradi di difficoltà diversi vale in qualunque ambito.
Nel mondo del lavoro e nelle organizzazioni fare le scelte giuste può essere complesso ma, malgrado il permanere di ineliminabili residue alee di incertezza, non impossibile. Di metodi e metriche consolidate per valutare progetti da avviare ve ne sono e conducono quasi sempre a soluzioni affidabili.
Negli altri ambiti fare la cosa giusta può essere maledettamente più complicato in quanto sono i riferimenti "assoluti" a mancare e non di rado fare la cosa giusta può voler dire prendere una via NUOVA in tutto dissimile da quella già tracciata e apparentemente più sicura.
Per cui, in senso lato, giusto non significa "certo" o "consolidato" ma giusto perché tale finisce con rivelarsi a posteriori.
Il che porta a pensare che, non potendo sempre capire a priori quale via debba intraprendersi, conviene forse imboccare strade inesplorate perché, a patto che non portino a conseguenze nefaste per gli individui e la natura, condurranno molto probabilmente a qualcosa di diverso.
E questo mi pare in fondo il cammino percorso dall'umanità nella sua evoluzione.
Se poi questa "diversità" si riveli non essere la cosa più giusta che si dovesse fare i suoi esiti potranno sempre essere scartati avendo in ogni caso fornito un quid di conoscenza in più.
Il problema nasce quando gli esiti negativi di siffatte scelte non siano riconosciuti come tali dall'Uomo il quale, trascurando i principi cardine dell'effetto su individui e natura, li adotta illudendosi di avere conquistato qualcosa.
E anche di questi fatti, di queste cattive interpretazioni purtroppo la Storia del mondo è ricca.
L'Uomo quindi e la sua capacità di discernere ciò che è buono da ciò che è deleterio o disdicevole, per sé e la collettività, è al centro di tutto.
E tutti noi, volenti o nolenti, dipendiamo da questo strano ed irripetibile ESSERE.
11
postato da Renato Malara, il
Il finale con l'errore... mi dice un pò di cose.
Grazie della sua sincera disponibilità .
10
postato da Claudio Brunelli, il
Bellissimi i vostri commenti e vi ringrazio, esattamente come dice lei chi sa quale sia la cosa giusta da fare!!! Diciamo che la cosa più importante sarebbe riuscire a in commettere errori. Buona giornata a tutti e grazie
9
postato da Renato Malara, il
È un punto di vista che rispetto. Ma chi lo sa (secondo me) che cosa sono le cose giuste. ci sono stati letterati che sull'andare fuori strada hanno scritto elogi storici ( anche se poco convenzionali ), altri che invece hanno scritto trattatati di elogi proprio sull'esatto opposto. Come si può sapere che cosa è in origine "la cosa giusta". Me lo domando. Allora non ci resta che fare quello che sentiamo dentro?. Ma anche questo potrebbe essere un illusione, o un altra non verità che qualcuno con la logica potrebbe mettere matematicamente in discussione. Me lo domando . Allora forse ( secondo me ) non resta che il fiume alla fine ... per quanto quest'ultima possibilità come gia detto in precedenza possa anche non essere in origine una verità . O la verità.
Un saluto .