Commenti a "Io, Giovanni Paolo II, figlio della nazione..." di Papa Giovanni Paolo II (Karol Wojtyla)
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postato da Fausto, il
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postato da Lucio Dusso, il
Franco,
il tuo commento alla frase è molto esauriente ed anche erudito.Personalmente non vedo ragione di contraddire le tue idee.In linea di massima,corrispondono alle mie.Citando Papa Wojtyla, volevo sottolineare il fatto
che nella neonata Costituzione Europea, non si menzionano minimamente le origini cristiane dell'Europa.A
partire dai primi martiri di Roma, dall'evagelizzazione dei popoli barbari,ed arrivare ai giorni nostri in cui il cristianeimo rappresenta la religione di tutti i popoli europei.
Io l'amatissimo Papa Wojtyla lo interpreto in questo senso.
Comunque grazie per il tuo commento, mi ha fatto meditare su molte cose.
un saluto Lucio Dusso
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postato da Feltrinelli Fausto, il
Gradirei un commento con eventuali rettifiche sugli argomenti sopra esposti,per potermi eventualmente migliorare questo mio modo di pensare. Grazie
Fausto
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postato da Fausto Feltrinelli, il
Riflessioni
Ho settanta anni,compiuti il 21/Gennaio di quest’anno 2007 Ho sposato mia moglie il 30/Novembre 1963 e con la sua collaborazione ho allevato ed istruito tre figli maschi,miei amici, i quali dopo essersi sposati mi hanno regalato sette magnifici nipotini dei quali ne vado orgoglioso.Oggi mi sento un uomo felice,probabilmente perché durante tutta la mia esistenza ho sempre riflettuto e cercato di ragionare al meglio nel costante tentativo di percorrere la strada che mi donasse il maggior grado di felicità,cioè seguendo i dettami dell’esperienza umana che tanto generosamente ci vengono trasmessi dalle Sacre Scritture e da tanti personaggi intelligenti che ci hanno preceduto e mi danno la speranza di avvicinarmi il più possibile al paradiso. Credo che questa ricerca sia comune per tutto il genere umano.L’unica ombra che offusca la mia felicità,è purtroppo il dover constatare che la società in cui vivo,con una continuità ininterrotta sottovaluta i valori morali,quelli che danno la vera felicità, a pro dei valori materiali,datori invece di felicità effimere, Nonostante sia in essere tra di noi una istituzione macroscopica e ben radicata,composta dalle persone maggiormente istruite in materia, che si è presa il lodevole impegno di trasmettere questi valori, e che purtroppo è convinta di usare il metodo giusto ben consapevole che con questo metodo negli ultimi due secoli ha perso una gran parte di credibilità ed interesse, nonostante le varie ma purtroppo non radicali riforme che ha attuato. E se ora si prefigge di tornare all’antico rito nello svolgimento della liturgia, Ricelebrando la messa in latino a mio avviso commette un ulteriore enorme errore. La messa deve; Si rievocare la presenza di Dio per far sentire tutti in comunione verso un'unica verità, ma soprattutto, l’operante,istruito ed esperto deve innanzi tutto scendere a livello delle persone che lo ascoltano e con tanta semplicità e fraternità trasmettere i veri valori della vita contemporanea al fine di far loro scoprire finalmente la fonte della vera felicità che con tanta capacità e buona volontà ci ha trasmesso Gesù e tutti coloro che hanno scritto per Lui, e che purtroppo solo pochi oltre San Francesco hanno interpretato ed adottato nel modo corretto, della quale moltissimi vanno alla ricerca, e causa la non troppo ortodossa informazione, pochi riescono a raggiungerla, le persone dovrebbero uscire da quel magnifico luogo di riunione che è la parrocchia, arricchiti di nuove e sane nozioni di vita contemporanea o quanto meno da aver qualche argomento concreto da analizzare, per poi confrontarlo con le proprie idee, quindi adottarlo o scartarlo. Purtroppo spesso dopo aver ascoltato la messa si esce dalla parrocchia mezzi inebriati dal forte odore dell’incenso accompagnato dalle roboanti note dell’organo con l’unica e piccola soddisfazione di aver partecipato con gli altri a versare il piccolo obolo dell’elemosina. Questo stato di cose è un tantino migliorato dopo le riforme del concilio 2°.Questa affermazione la posso fare perché dopo averne letto ed avuto sentore, ho voluto personalmente fare un reale sondaggio all’uscita da varie parrocchie. E alle domande che ho rivolto a svariate persone, tra le molteplici risposte anche abbastanza strampalate che non vado ad elencare per non offendere nessuno, la più esauriente che ho ricevuto è stata questa: Sono andato a messa perché oggi è domenica, ma di quel che ha dato loro la messa non sono riuscito ad ottenere nulla.
Invito chiunque a provare a fare delle domande relative alla messa od alle Sacre Scritture alla moltitudine di cattolici praticanti che escono da una parrocchia, oltre ad Adamo ed Eva, Mosè, Ben Ur, Spartaco e qualche cosa d’altro che è stato visto al cinema, non riuscirete ad ottenere molto di più. E’ per tutti questi motivi,( per i quali non credo che la Chiesa Cattolica Romana possa andarne orgogliosa,) che auspico ad una riforma radicale circa l’insegnamento, non tanto sulla autenticità dei vari misteri delle Sacre Scritture, che inducono a continue controversie con la filosofia e le scienze moderne, facendo nascere tante perplessità in tutti coloro che hanno incertezze sulla Fede, ma l’insegnamento dei fini delle Sacre Scritture che portano all’unica Verità ed alla felicità in Cristo.
Leggendo ed ascoltando varie esposizioni e dialoghi di molti uomini di chiesa e non, ho notato nelle molteplici discussioni molte critiche verso l’una o l’altra idea,ma pochissime proposte concrete di miglioramento. Le strade dell’uomo potrebbero essere diritte e di facile percorribilità se fosse a conoscenza dell’unica ed inconfutabile Verità comune per tutto il genere umano. Questa ci viene trasmessa dalle Sacre Scritture,se giustamente interpretate, e non strumentalizzate dagli uomini di chiesa al fine di mantenere il potere temporale dagli stessi dichiaratamente raggiunto spesso con metodi poco ortodossi. Queste sono le basi di una radicale riforma della chiesa cattolica romana se vuole riprendere la sua efficacia di insegnamento dei veri valori umani.
Qui di seguito vorrei raccontare una storiella che per alcuni potrebbe risultare abbastanza interessante,scusandomi anticipatamente per la scarsa dialettica, nonché il modo elementare di esprimermi, è tutto ciò che mi permettono le mie cinque classi di istruzione obbligatoria che ho frequentato dal 1943 al 1948.perchè causa il periodo dell’immediato dopoguerra e le precarie condizioni economiche,ho dovuto incominciare a produrre attivamente.
Tanti, ma tanti anni fa’, quando il nostro pianeta non era ancora abitato dagli uomini,c’erano due animali quadrupedi che pascolavano in un prato brucando l’erba, un giorno, forse stanchi del solito cibo,si accorsero che su degli alberi c’erano dei frutti e delle foglie che avrebbero potuto migliorare la loro dieta,iniziarono così a fare dei salti sulle gambe posteriori per poter arrivare sempre più in alto,e salta oggi e salta domani, un giorno si accorsero che avevano imparato a rimanere in posizione eretta. Quel giorno ebbe inizio la storia dell’umanità. Siccome erano già riusciti a pensare e decidere, essendo dall’erba passati alla frutta, col tempo il loro intelletto si sviluppò ed incominciarono a risolvere i loro problemi più impellenti,dopo essersi accorti che entrando in qualche anfratto della roccia, potevano ripararsi dal freddo e dalle varie intemperie con il tempo per procurarsi il sostentamento più confacente, il primo divenne contadino ed il secondo siccome lavorare la terra era troppo pesante,divenne cacciatore,passando gli anni il contadino,notando che il cacciatore, mangiando la carne cresceva più forte e robusto,mentre il cacciatore notava che il contadino anche se un poco più smilzo ere senz’altro più sano, si misero d’accordo per fare dei baratti, al fine di variare la dieta, ma quanta verdura per un chilo di carne? Dovettero stabilire le quantità e le modalità di scambio. Quel giorno nacquero le prime leggi atte a poter vivere in comunità. Ma queste leggi dovevano sempre essere osservate,per cui diedero l’incarico ad un anziano di farle osservare. E così passarono gli anni,durante i quali notarono che tante di quelle leggi che avevano adottato erano giuste ed indispensabili per il quieto vivere, per cui,coloro che erano in possesso di un intelletto più sviluppato decisero che dovevano essere ricordate ed in qualche modo tramandate. L’umanità continuò così per secoli e secoli,tramandandosi sempre le leggi che i dotati di miglior intelletto ritenevano le migliori, e per Loro merito noi oggi possiamo apprendere il giusto modo di vita, da queste Sacre Scritture,che rimangono senz’altro la fonte migliore alla quale attingere, perché la più vecchia,e quella con la maggior esperienza, nata quando è nato l’uomo e continuamente aggiornatasi sino a quando la nostra chiesa cattolica romana si è dimenticata di farlo,o quantomeno gli a dato molto di lungo, e molto malamente. Inducendo l’uomo dotato di poca istruzione morale a continuare incessantemente con le scoperte scientifiche alterando così il normale ed armonioso svolgersi delle leggi naturali,costruendosi attorno un ambiente al quale lui stesso fa fatica ad adattarcisi.
COME E DOVE E’LA VERITA’ UNICA ED INCONFUTABILE ?
L’uomo sta modificando a suo danno lo stato universale alterando la naturale armonia degli elementi. La materia e lo spirito compongono l’umano, ed a questo ultimo il compito di fare coesistere i due elementi armoniosamente. Il corpo, essendo struttura molecolare è destinato a scomporsi, trasformarsi, quale materia. L’amore, le passioni, tutti i sentimenti, non avendo struttura molecolare non sono scomponibili quindi hanno vita eterna, e l’Io è presente in misura preponderante in questa struttura spirituale, quindi, in dimensione ignota l’Io sarà sempre.
L’Io è, per cui tutto l’universo esiste per Lui, perché è. Se l’Io non fosse, per Lui esisterebbe nulla.
quindi, l’universo per l’uomo esiste perché l’Io è.
L’Io è e agisce: Perché? A quale scopo? Agisce per trasformare cose o situazioni e portarle a gradimento del proprio intelletto, e ad ogni azione compiuta ne scaturisce una reazione che si chiama piacere, soddisfazione, godimento. Si nota in oltre che, in base alla legge fisica della relatività, a maggiori difficoltà, nella riuscita è la maggiore soddisfazione.
Allora si deduce che l’Io vive ed agisce alla ricerca della soddisfazione, del piacere.
Questo stato è comune a tutto l’umano, perché ogni azione ed ogni problema risolto da chiunque procura soddisfazione. Quindi, l’essere, cioè l’Io, nonché la soddisfazione sono: Il primo, il punto di partenza, ed il secondo la meta, di un tragitto, che è niente altro che il periodo della nostra permanenza su questo pianeta. Questo è comune a tutti gli esseri umani, A questo punto viene spontaneo chiedersi; Se l’Io vive ed agisce per la soddisfazione, quale è il grado di soddisfazione più grande? E quale la strada migliore per arrivarci?
Il ladro, rubando prova soddisfazione. L’avaro, accumulando ricchezze prova anche soddisfazione. Il maestro insegnando prova soddisfazione. Ognuno seguendo il proprio intelletto e le proprie attitudini provoca l’azione per ottenerne una soddisfazione, ogni essere è convinto, (ignorantemente) che nella soluzione delle proprie azioni si provi la miglior soddisfazione. Ognuno logicamente potrebbe avere ragione, secondo la propria verità.
A questo punto per trovare una soluzione che accomuni tutti è da cercarla in una proposta superparte, al di fuori di ogni convincimento individuale.
Quale fonte migliore per attingere il meglio, se non, l’esperienza formatasi da quando l’umano è arrivato su questo pianeta, a tutto oggi, e trasmessaci dagli esseri più intelligenti attraverso le leggi morali?. Questa è la pietra di paragone, comune a tutti gli esseri umani.(Chi legge, è gentilmente pregato di cercare e proporre una fonte migliore, tanto cercata da chi scrive, ma purtroppo non ancora trovata.)
Ama il prossimo tuo, come te stesso, perché Dio, sarà anche in ogni luogo, ma soprattutto sta nelle persone che ti circondano, perché è in loro la fonte della tua felicità. Sono loro che ogni giorno ti possono far sentire di essere in paradiso o all’inferno. Se fosti solo al mondo, con tutte le ricchezze materiali a disposizione, saresti un povero uomo, perché non avresti nessuno a cui donarle. La mia ricchezza è in quel che ho dato, affermazione nata dalle riflessioni di un saggio. Dona una mamma tutto il suo amore al proprio figlio, così come il figlio alla mamma. E’ facile e naturale donarsi quando c’è affetto, quindi, non trovando difficoltà, la felicità che ne scaturisce è relativa. Ma assodato che la legge sulla relatività è universalmente riconosciuta e condivisa, immaginiamoci quale alto grado di felicità si può ottenere provando un estremo bisogno di amare un nemico. ( Porgi l’altra guancia ) I vangeli ci parlano di un Gesù che ha dato tutto Se Stesso, la Sua vita, per aiutare e salvare coloro che Lo stavano uccidendo. Può esserci forse un grado di felicità maggiore di quella che ha provato Lui?
(Questo, tra i tanti, è forse il più grande e chiaro esempio trasmessoci da tutto il contesto biblico.
Se l’istituzione che si è assunta, tanto generosamente, il compito di insegnare l’educazione morale al fine di fare convivere più armoniosamente la società umana, avesse interpretato i vangeli in modo più equo, se spiegasse che le religioni sono nate dall’uomo, sott’inteso con l’aiuto di Dio, e non viceversa, perché ne aveva estremo bisogno, senza di esse sarebbe il caos più completo, e lasciasse perdere tutti quei grandi misteri obsoleti, oggi non più accettabili. Purtroppo ormai, tutte le realtà fisiche e scientifiche, non si possono più ignorare, bensì la chiesa deve aggregarsi alla scienza per poterle gestire insieme nel modo giusto a favore dell’umanità, e porre fine a tutte le controversie tra clericità e laicità, lavorando più armoniosamente tutti assieme, verso l’unica verità. Solo così, penso, si potrebbe andare incontro ad una umanità migliore. Se l’uomo fosse istruito a quanto sopra cercherebbe in tutti i modi di agire adeguatamente per non far danno a se stesso, procurandosi minor soddisfazione, quindi saremmo tutti più educati moralmente. Mi permetto di dire, umanità perché sono convinto che molti aderirebbero a questi principi. Egoismo, vocabolo al quale è stata data una definizione estremamente errata. L’Io e l’egoismo sono due vocaboli inscindibili, perché, ogni azione dell’io è assolutamente svolta per se stesso, sempre ed immancabilmente. Buona o cattiva, l’azione intrapresa dall’umano ha il fine di procurare allo stesso una gradazione di piacere, l’azione buona, quella dettata dai canoni della educazione morale è quella che dà, come già abbiamo detto, maggior piacere, quindi colui che, ignorantemente intraprende l’azione cattiva, senza lo stimolo di dare al proprio prossimo con amore, inconsapevolmente danneggia se stesso, ma questo, (Essendo l’uomo stato creato da Dio, ed essendo riuscito ad evolversi sino allo stato attuale, in esso sta il bene perché il bene ha vinto sul male, come la luce ha vinto sulle tenebre) scaturisce senz’altro non per cattiveria, perché questa, se non vi fossero eventi patologici estranei non sarebbe nell’uomo (L’umano è fondamentalmente buono, la cattiveria è un apporto da eventi patologici esterni) ma per non conoscenza del meglio. Colui che commette il delitto, in base alla leggi morali, non può essere condannato dal suo simile perché, qualsiasi delitto è frutto dell’ignoranza, e questi non dovrebbe essere condannato bensì aiutato. In modo contrario verrebbe commesso un ulteriore delitto. Lo si isolerà per salvaguardare la società dal fattore patologico, con il proposito di toglierlo dall’ignoranza, portandolo a conoscenza della giusta ed universale legge morale che dona un più alto grado di felicità, alla quale lui senz’altro si vorrà aggrappare.
L’essere umano non sarà mai in grado di giudicare un suo simile, avrà sempre una possibilità di errore. Questa facoltà spetta a Qualcun Altro...
L’uomo si forma nell’ambiente in cui vive, nella scuola, nella parrocchia, ma soprattutto nella famiglia, se i nostri genitori fossero stati istruiti circa la Verità sopra menzionata, oggi anche noi saremmo migliori. Quante famiglie si salverebbero, come auspica la Chiesa. Sarebbero in ben pochi a chiedere il divorzio, perché le eventuali asperità nella convivenza verrebbero risolte con più impegno per trarne la felicità che è la meta della nostra esistenza.. La famiglia è alla base della società, tante famiglie sane formano una società molto migliore. Non avremmo bisogno di tribunali e di carceri, ma di una miglior catechesi che ci dia una convinzione maggiore sulla legge morale, perché si ottiene molto di più con la convinzione che non con le molteplici imposizioni che ancor oggi usa la chiesa. Ad ogni domanda che oggi si pone l’uomo,ci deve essere una risposta tangibile e convincente. I misteri oggi non hanno più ragione di esistere.
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postato da Feltrinelli Fausto, il
Papa Giovanni Paolo II è stato un grandissimo uomo ed un grandissimo successore di Pietro, tanto da poterlo avvicinare a Gesù Cristo per la Sua abnegazione ed il grande amore con il quale ha donato tutta la sua vita per la redenzione dell'umanità.Ma da un grande uomo quale è stato,in possesso di un carisma non comune,sarebbe stato auspicabile un Suo interesse verso un radicale rinnovamento della chiesa cattolica romana,con una nuova e giusta interpretazione delle sacre scritture,ed una nuova liturgia e catechesi più vicine e comprensibili alle persone,per poter essere così più seguita dai credenti ed avere senz'altro più adepti motivati per il continuo insegnamento dell'amore e di tutti i valori umani.Il Vaticano II è stato un blando tentativo a ciò che deve essere fatto.La chiesa cattolica romana si deve riaffermare ed ingrandire,senza di essa purtroppo sarebbe il caos.