Scritta da: Laura Di Nella

Il branco

Si muove sinuoso nel delirio di onnipotenza.
Riconosce la sua preda perché è altro da sé.
Annusa le sue debolezze e la sua forza.
È violento, senza rimorsi
e perpetua una legge senza rispetto.

Urla violenza gratuita
e trova riscontri nell'ottusità
di chi non riconosce limiti al proprio egocentrismo.

Si insinua in forme diverse
e trova sempre terreni fertili
dove attecchire.

Non ha pace
e nel suo percorso
miete vittime senza pietà
... uomini, donne, bambini, ideali...

Contro la fragilità dei singoli si accanisce,
contro l'opposizione di chi, tenacemente, non si arrende
trova la sua sadica compiacenza
poiché il sopruso e l'ingiustizia
sono la sua vita
e il dolore altrui il suo nutrimento.

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    Scritta da: Laura Di Nella

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    11
    postato da , il
    Io non credo che la civiltà sia nata da un superamento della mentalità del branco, ma caso mai ad una sua evoluzione. La civiltà (o le civiltà) in cui viviamo è formata da grandi branchi (gruppi se vuoi). E guarda caso quando questi gruppi quando non sono daccordo usano le armi, le minacce (gli embargo per esempio).

    Io vivo la condizione di stare molto bene da solo con i miei pensieri, ma anche con gli altri. Non amo escludermi da gruppi che abbiano interessi simili ai miei. Questo perchè l'uomo è animale sociale quindi che vive anche in gruppo. Il fatto stesso che lavoriamo organizzandoci per ottenere un risultato utile non solo a noi stessi è dimostrazione del fatto che l'uomo è un animale da branco come lo sono: lupi, leoni, ma anche zebre e scimmie.

    Non credo sia possibile, per un uomo, vivere al di fuori di un gruppo. Non riesco ad immaginare vita facile per chi si trovi a viverne al di fuori. Dovrebbe rinunciare ad una montagna di cose con le quali è abituato a convivere. Il solo fatto che io abbia la possibilità di scriverti è dovuto alla capacità umana di vivere in gruppo. Che io o tu riusciamo a stare da soli non significa che non dipendiamo da un gruppo, non credo che staremmo molto bene da soli su un'isola deserta ... Credo che almeno inizialmente sarei non solo spaurito, ma anche terrorizzato ...  Che ne pensi?

    Io ho deciso di inserire l'uomo nel regno animale, e non al di fuori, o addiritura al di sopra, per cui come un gruppo di lupi o di zebre è un branco, per me, lo è anche un gruppo di uomini. Un branco è un insieme di esseri viventi con delle regole che mirano alla sopravvivenza del branco stesso. Secondo me le nostre civiltà sono questo e nulla di più. Addirittura ritengo che il gruppo abbia un valore inferiore in quanto in genere è limitato ad alcuni interessi specifici: andare a ballare, giocare a carte, fare ricerca scientifica, fare un team di lavoro ...

    Capisco che quando tu parli di branco intendi i branchi di giovinastri/adultastri. Quindi il tutto si potrebbe ridurre ad una semplice disputa sull'etimologia di una parola.

    Il tipo di branchi violenti fa molta rabbia (anzi schifo) anche a me. Mi piacerebbe non esistessero. Ma continuo a reputare che sono il prodotto di una cattiva educazione ... Se vogliamo che simili personaggi non esistano dobbiamo insegnare a più persone possibile a non avere comportamenti di quel tipo e sperare che questi piccoli semini si muovano all'nterno della nostra società  fiorendo ovunque e diventando consuetudine.
    10
    postato da , il
    Per Sir Jo
    Ho letto tutti i tuoi copiosi commenti, tutti degni di nota.
    Volevo solo dire che mi trovi parzialmente d'accordo, per vari motivi.
    Innanzitutto è il superamento della mentalità del branco che ci porta ad essere civili e essere soli non vuol dire essere degli animali spauriti, a volte, chi riesce a stare da solo con se stesso, ha un ottimo rapporto con gli altri! Il problema nasce dall'incapacità di molti a vivere senza gli altri(= dipendere dagli altri).
    Condivido l'importanza della famiglia nella formazione e l'atteggiamento di alcuni genitori di soprassedere (o addirittura giustificare) le malefatte dei propri figli.
    Inoltre credo che tu confonda il concetto di branco con quello di gruppo. Infatti è normale rapportarsi a coetanei e vivere socializzando e spesso i contrasti e litigi sono un modo di costruttivo di crescere insieme; invece non mi sembra normale che un gruppo utilizzi la violenza gratuità come modalità esistenziale di rapportarsi tra sè e con gli altri.
    9
    postato da , il
    Non so se essere d'accordo con te Sir. Non credo che si possano paragonare le comitive di amici a branchi. Nè tantomeno le civiltà. Anche se sento che forse, in fondo, molto in fondo potresti avere ragione. Ci devo riflettere!

    Credo che comunque tu abbia ragione sul fatto che il comportamento dei giovani e di quei giovani maleducati che poi diventano adulti dipenda molto dall'educazione ricevuta soprattutto dai genitori e dagli educatori.

    ians1964@gmail.com
    8
    postato da , il
    Volevo aggiungere altre due cose.

    La prima è che la cosa peggiore che io oggi vedo è la capacità dei genitori di proteggere i figli senza rendersi conto che quando fanno certe azioni vanno assolutamente puniti - non intendo picchiati - ma qualche soldino in meno in tasca può essere una valida punizione. Inoltre, quando il fatto è grave, non vanno difesi nemmeno a parole.

    La seconda quando dico che ognuno di noi vive in un "branco" intendo semplicemente che qualsiasi gruppo di amici, una comitiva, sono comunque branchi. Ed a volte, anche se formati da persone "civili" creano attriti con altri branchi ... Ti sarà capitato sicuramente di vedere comitive diverse litigare per i motivi anche più stupidi per fortuna questi branchi, nella maggior parte dei casi, arrivano a miti consigli.

    Altri saluti SJB ....

    Che mi rispondi ?
    7
    postato da , il
    In queste condizione un ragazzo adolescente pensa semplicemente che tutto va bene e può fare come vuole lui ... Se non guidato, da adulto, rischierà di avere comportamente aggressivi quali quelli che vediamo nelle persone che si riuniscono in branchi apposta per provocare risse ... Ricordati sempre che ognuno di noi difficilmente riuscirà a vivere al di fuori di un "branco".

    Un bacione da Sir Jo Black
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