Il mio sogno, quando sarò più avanti con gli anni, sarà andare a vivere nella mia casetta, vicino al mare, l'amore mai dimenticato della mia infanzia. Da sola mi ritrovavo a parlare con lui mi ascoltava e mugugnando mi rispondeva, mi faceva compagnia e nascondeva le mie lacrime. Era il mio amico, caldo, a volte pungente, a volte non era niente, quando la rabbia era più forte, quante volte ti ho preso a calci, o ti ho portato a casa in un secchiello, magari con un granchio, con un pesciolino. Non ho mai giocato con un altro bambino, gelosa dei miei castelli, che solo a te era permesso distruggere, ti ho portato via tanti sassi ed altrettanti con forza te ne ho lanciati, ma tu paziente perdonavi, carezzandomi. Sei stato testimone di quel primo bacio, del mio primo rossore, e della fine di quell'innocente amore. Chi, innammorato delle tue tempeste, sfidava sulle rocce, il fragor dell'onde, incurante del richiamo di chi preoccupata mi veniva a cercare, si perdeva, nel vento. Si, sei la mia storia, il mio passato che tanto ho amato, ma quella melanconia, il guardar lontano, non fermarsi a quella linea che delimita il tuo ed il mio limite tu me l'hai trasmessa ed mi hai insegnato a guardare oltre.
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