Scritta da: CLAUDIO CISCO

Riflessioni

A dispetto del tempo che inesorabile scivola sui miei anni, son rimasto quel bambino sperduto di ieri con lo stesso terrore di crescere, solo ed incompreso tra mille paure. Ho ancora voglia di sognare, illudermi, fantasticare. Vorrei rifugiarmi in un mondo solo mio, ricco di colori e d'ingenuità, dove poter finalmente tornare bambino senza crescere più, allontanando le terribili ombre della solitudine, della vecchiaia, della morte stessa, ma è un mondo fragile spezzato crudelmente dalla nuda realtà. Così, ogni volta che provo a volare in alto, una forza sconosciuta ed impietosa, mi taglia le ali ed io precipito giù più triste che mai, come un gabbiano che non vola più, mentre le mie lacrime, quelle stesse che percorrevan lente il mio viso pulito di bambino, continuano a non sapere quel che loro stesse vogliono e a non trovare quel fazzoletto che le possa asciugare per sempre. In esse, vedo riflessi i miei sogni, li vedo morire uno dopo l'altro sciogliendosi come gocce di pioggia disposte in fila, sospese alla ringhiera.
Continuo ad osservare con occhi limpidi e stranieri, l'immenso mare della vita ma è sempre inutile sforzarsi nel tentativo d'immergersi. Vedo lontano quel veliero che da piccolo chiamavo col nome di speranza e che non è partito mai. Eppure m'accorgo che dentro e fuori di me, v'è ancora tutto da scoprire e da imparare. Sento in me una grande energia vitale, creativa ed artistica. C'è in me una sensibilità profondissima, spaventosamente grande a confronto del mio fragilissimo essere che più s'ingrandisce e più resta isolata, soffocata dentro come un vulcano che dorme. Vorrebbe esplodere e sommergermi come un fiume in piena ma non può farlo, come una bottiglia smossa dalla quale non è possibile togliere il tappo. Forse sono troppo diverso da tutti perché possa essere capito, o forse è solo colpa mia se non riesco a esternare quello che ho dentro. Comincio a credere di essere un folle, quasi un alieno, così almeno mi creo un alibi per giustificare questo mio giovane vivere, terribilmente e prematuramente invecchiato.
Ho un disperato bisogno di vita, di giovinezza, di entusiasmo, d'amore. Con chi potrò aprirmi manifestando come sono dentro? Chi potrà veramente capirmi? Vorrei trovarti e finalmente gridarti con tutto il fiato che ho: "Ispirami, sconvolgimi, amami". E intanto cresce il terrore d'invecchiare e il desiderio di morire ancor prima di vedere il mio corpo mortificarsi con le prime rughe. Non potrei mai sopportare il tremendo contrasto tra l'immortalità del mio spirito che, nonostante tutto sembra che esista, e la debolezza del mio corpo in declino. Sono sicuro che dentro, resterò sempre un bambino mai cresciuto anche se avrò i capelli bianchi e conserverò intatta nelle pupille degli occhi, la stessa luce ch'emanavo da piccolo. Amo troppo la giovinezza e non posso fare a meno di sognare per potermene fare una ragione sulla vecchiaia che è uno stato del tutto naturale e, di conseguenza, accettarla con rassegnazione o addirittura giustificarla. Per me la vecchiaia resta il più grave e doloroso castigo che la natura scagli contro gli uomini. È più malvagia e terrificante persino della morte. Eppure devo ammettere che la mia solitudine e la mia tristezza, sono nate con me, le ho conosciute da giovane, almeno in questo, la vecchiaia non c'entra. Estraniato da sempre dalla vita, non avendo niente ed essendo di nessuno, ho scoperto man mano me stesso. La mia solitudine è simile ad un messaggio chiuso in una bottiglia e gettato in mare. Forse un giorno, quando non ci sarò più, leggendo queste mie accorate riflessioni, mi capirai e, scoprendo che valevo qualcosa, piangerai per me.

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    Scritta da: CLAUDIO CISCO

    Commenti


    7
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    Bellissima e toccante riflessione .
    6
    postato da , il
    molto toccante! Mi rivedo in tutto cio'. La paura di non riuscire a trasmettere quello che siamo e, di non ruscire a farci amare per questo senza mai annullarci nello spirito e nell'anima per poi trovarsi ad avere un confronto diretto con noi stessi e con la vita, puo' spaventare ma penso che cio' che conta e' quello di credere sempre in cio'che ci rappresenta e che vogliamo anche se non e' facile riuscire a sentirsi in simbiosi con questa realta' cosi' finta .
    5
    postato da , il
    leggendo queste parole il bello ed il brutto non devono essere presi in considerazione,si deve cercare di decodificare che cosa una frase lascia nel nostro spirito.
    In queste righe ho visto la mia anima allo specchio,ho sentito quel nodo che ti stringe e che ti rievoca il senso incompiuto del percorso umano,e se pur diamo un senso ci chiediamo sempre: cosa significa darsi un senso?Io cerco sempre quel nuovo Quid che possa irrompere in questo buio cosmico che spesso ci prende con forza ,ci stringe finche' le lacrime di dolore sgorgano dai nostri occhi.Cio' che mi consola della e dalla solitudine dell'animo umano e' semplicemente L'Amore,unica via che da il senso a tutto cio' che facciamo.Grazie anche ate,ogni frase,riflessione,prosa o poesia che sia e' sempre quel momento di crescita e di evoluzione donde,fortunatamente,non c'e' un ritorno involutivo.Grazie.Bartolo Di Giovanni
    4
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    bella,ogni animo sensibile verrà ricordato,non per le gesta ma per le sue parole.
    3
    postato da , il
    ho 35 anni e come te sono sempre alla ricerca di un qualcosa che mi possa prima o poi far dimenticare la fine che farò.la vita è una sgradevole meraviglia e infida creatura che ci illude ormai da sempre e per questo ora la detesto e ora l'amo.

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