Sulla Porta del Paradiso
Seduta, a gambe incrociate, chiudo gli occhi e sento...
Sento dentro, tutto ciò che non riesco più a sentire fuori.
Ho pianto lacrime amare, sulla porta del Paradiso,
dove milioni di anime, prima di me,
hanno bussato, elemosinando un miracolo
che solo a pochi eletti è stato concesso.
Chiedevo dei pennelli, per dipingere la tua mente
di onestà, saggezza, coraggio e buon senso.
In cambio, ti avrei dato tutta me stessa,
e il mio sorriso, da stamparti nell'anima...
Nessuno è venuto ad aprirmi,
e nel silenzio imbarazzato delle stelle,
chiunque avrebbe potuto udire il fruscio
della mia anima, volare tra i miei pensieri.
Se apri gli occhi, puoi vedere
che qualcosa di sbagliato c'è.
I tamburi del cuore battono fuori tempo,
i silenzi sono stonati...
Vuoi ascoltare i pensieri miei?
Li ho impacchettati, ed ora
stanno tutti dentro le mie tasche.
Non è difficile prenderli,
basterebbe allungare una mano...
Segreti rubati dal profondo,
valigie di ricordi, da riporre
sullo scaffale più alto dell'armadio,
finché un nuovo viaggio avrà inizio.
Non sento nemmeno più
il rumore fastidioso delle mie lacrime sfinite.
È tempo di alzarsi.
Camminerò lontano,
assaggiando il gusto del dolore.
Perché vidi la fine, prima dell'inizio,
ma tu mi chiedesti di non aprire gli occhi,
mi chiedesti di non vedere con gli occhi miei...
Ed io lo feci, per essere parte di quell'onda,
che non riesco più a fermare.
Cadono le ombre...
non posso, e non voglio, più nascondermi.
Anche il diavolo piangerà,
sarò la memoria di qualcosa
che è riuscito soltanto ad annusare...
Non chiedo alla vita la forza di sognare,
ma chiedo ai sogni la forza di vivere la vita...
dal libro "Entro a fare due passi - Fra le pieghe dell'anima" di Barbara Brussa
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