L'esperienza è quella cosa che la vita ci insegna giorno dopo giorno, continuamente, diversamente tutti i giorni ed infine, stimolante a noi stessi, al fine di renderci "capaci" di affrontarne nuovamente ma con "corazze" diverse, le sfide che nell'arco della nostra esistenza possono accaderci una seconda volta.
Oggi, voglio definire "l'esperienza" che mi ha portato a ripercorrere ancora una volta uno sbaglio.
Lo sbaglio, non è stato ne amare; ne ricadere nell'errore del compiere determinate cose che non starò qui a descrivere.
L'esperienza, è stata stavolta ben capita, concepita, assuefatta da me medesimo, e con questa parte della mia vita che ho vissuto, posso dire a me stesso che, come nel disegno sono bravo a "copiare", nell'ultimo anno, non questo, ma quello prima, ho saputo benissimo copiare gli errori che avevo già fatto in passato, capendo, solamente in quest'anno trascorso, che quello, è stato l'esatta copia di un'esperienza già vissuta, metabolizzata ed infine, ripercorsa.
Certo, errare è umano e perseverare è diabolico, ma nell'errare ho capito che perseverare è stato ciò che non fa parte di me; che il continuo flagellarmi dei miei pensieri è stato così utile a me stesso da farmi capire che nella vita non si può essere sempre del tutto sinceri, a volte, bisogna omettere qualcosa per potere andare avanti.
Quello che ho capito con questa esperienza è che "eviscerare" ha due facce ben diverse tra loro.
Nella prima, esiste un continuo pensare a quello che più ci affligge, senza esprimersi ma aspettando che sia l'altro a capire e di conseguenza, rimanere fermamente convinti di ciò che si è pensato, ragionato, detto, senza muoversi di un millimetro dal ragionamento stesso.
Nella seconda, c'è l'eviscerazione di pensieri indotti dalla rabbia, dalla foga di dover dire, ed infine, il rimorso di non essere realmente parte di ciò che si è detto, ma parte di un'istintiva forma di essere che ci porta, poi, a redimerci delle cose dette ed ammettere che quello, non è il pensiero che si voleva esprimere.
Non c'è bisogno che voi capiate, o cercate di comprendere cosa si nasconda dietro questo mio "sfogo", ahimè, o forse, per fortuna, ho capito che nella vita "perseverare" non è così sempre "diabolico" come ci hanno fatto sempre credere.
"Preoccupati di essere felice e non di avere ragione"
Composto giovedì 2 novembre 2017
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