E non ti nego che a volte sono stanco. Stanco di non chiamarti mia. Stanco di non poter mangiarti di poesia. Stanco di non baciarti a sufficienza sulla pancia sulle cosce sulle tette e sulla faccia. Stanco di non spogliarti non dico sempre ma garbatamente troppo. Stanco di non poter vedere la tua gonna che si alza mentre leggi accovacciata sul divano. E soprattutto quando è notte stanco di non essere abbracciato per quella mia paura di "sognarmi addosso". Stanco, tra le mie stanchezze anche di non esser abbondantemente accarezzato. Perciò ragazza che tormenti la mia vita a suon di versi e di bellezze vieni a vivere con me che in due si posson fare meraviglie e salti altissimi ascoltare musica ridere cantare sbagliare le parole aspettar che spiova prima di parlare. In due si può fare quel silenzio che da soli è soltanto un poco di rumore. Ragazza mia in due diventa fantasia diventa finalmente, far l'amore.
Lui la guardò e le disse: ti amerò per sempre. Lei fece un sorriso chinando leggermente il capo. L'amore è tanta strada. Sospirò con con voce calma e gentile. In salita o in discesa? Chiese lui. Rispose lei, sorridendogli negli occhi: l'amore è tanta strada. Pensaci bene prima di dire: per sempre. Io capisco il momento. Comprendo l'enfasi. Ammiro il desiderio che pervade il tuo cuore nel promettermi l'amore eterno. Conosco quel fuoco. E so quanto sia in grado di bruciare tutto. Davvero. Ma pensaci un attimo. Per sempre sta a significare: da questo preciso istante per tutti i giorni che verranno ininterrottamente senza fine né limiti nel tempo. Credimi: è veramente tanta tanta roba. Prese fiato. Fece un tiro di sigaretta. Poi continuò. Per sempre equivale a comprendere l'infinito e donarlo: e nell'infinito ci si perde. A meno di non tenersi stretti ma stretti forte però con le mani con le braccia con i denti con le ossa. Con l'anima. Anche quando saremo stanchi e nervosi. Affamati d'altro. Curiosi. Anche quando la gravità interverrà sui nostri corpi e le mie tette non saranno più quelle che oggi non smetti un solo istante di guardare. I miei occhi saranno borse di ricordi. Il mio cuio avrà visto tempi migliori. E tu avrai sicuramente un po' di pancia che nasconderai con dei pantaloni a vita alta. Al ristorante, dopo aver mangiato molto sbottonerai l'ultimo passante della giacca i figli ci avranno tolto il sonno. E la tranquillità dovremo reinventarla. Minchia, una catastrofe! Intervenne lui. Veramente non ho ancora finito! Sei stato tu a dire per sempre! Poi scoppiò a ridere. Ascolta. Piuttosto che promettere di amarmi per sempre cosa ne pensi di: ti amerò fino al giorno in cui riusciremo a renderci felici? Ci sto rispose lui. Adesso però sfondiamoci di pizza e di birra e di baci. Di sogni. E di tutto il resto. C'è un presente che ci aspetta. Tu sei bellissima così. L'infinito può attendere.
A chi sta attraversando il suo buio dico soltanto di non mollare. Ci siamo finiti tutti in quel posto maledetto dove il freddo ti morde le ossa e il silenzio ti piove nel cuore. A chi sta attraversando il suo buio dico soltanto di allontanarsi da chi dice di darsi una mossa di smettere di piangersi addosso. Quella gente vuole farvi del bene. Ma non sa cosa dice. Quella gente lì dove siamo finiti noi. Non c'è mai arrivata. A chi sta attraversando il suo buio dico soltanto di avere coraggio. Bisogna stringere i denti. E aspettare che il sole riprenda a brillare. A chi sta attraversando il suo buio dico soltanto di credere nella poesia. Negli occhi di chi quella strada l'ha già ritrovata. C'è un cielo di qua che vi aspetta con un panorama di sogni da togliere il fiato.
C'è chi pensa che la gentilezza sia un passo falso. Un segno di debolezza. C'è chi pensa che essere gentili equivalga ad essere un po' stupidi. Sorridere a chi non conosciamo quasi a dire: guarda che lo so quant'è dura andare avanti. Se ti senti triste e sfigato sono triste e sfigato con te. Se ti senti felice, allora lo sono anche io. È un qualcosa che non comprenderanno mai. C'è chi pensa che delle persone gentili sia facile approfittare. Non lo sanno mica che la gentilezza è quella forma astratta d'empatia a metà strada tra pensiero ed eleganza dove la bellezza abbraccia la rivoluzione e conquista il coraggio. Non lo sanno mica che la gentilezza è un vanto. Un guanto. Un respiro. Un modo, forse l'unico per evadere dalla prigione della rabbia. Non lo sanno mica che la gentilezza non chiede nulla in cambio. Se non, di avere gentilezza. C'è chi pensa che la gentilezza spetti solo agli altri. Senza avere l'accortezza di capire che insieme si combatte contro chi ci vuole spenti. Vuoti. Contro chi ci vuole soli. Che poi gli stronzi esisteranno sempre. Quelli che in questo mondo di merda si mimetizzano perfettamente. Quelli che si sentono a loro agio nelle sfortune altrui. Quelle persone che la nostra gentilezza non la meriterebbero affatto. Siate gentili anche con loro. Perderanno il loro tempo cercando di capire perché con voi non riescono ad entrare. Cercando di capire perché con voi è diverso. Siate gentili e restatelo sempre. Tutto il resto è tempo che non scorre. Tutto il resto, credetemi è soltanto tempo perso.
La quarantena stanca, annoia, ma non uccide. Rispettiamo chi è là fuori a combattere, lottando per un sorso d'aria. Allontanatevi per ore dai macellai di parole. Quello che vi vendono è informazione, certo. Ma di più è la paura. E la paura è un virus spietato che uccide silenziosamente. Pregate nella maniera che più vi si addice. Ascoltando una canzone che vi ingarbuglia l'anima di suoni e di colori. Di ricordi. Guardando un film che vi racconta della vostra vita. Aprendo un libro a caso di poesie. Nessuno ci conosce così bene come le parole di una poesia trovata per caso. Chiamate, scrivete, parlate con la persona con cui sareste andati a cena fuori se tutto questo non fosse accaduto. Quello è tempo speso bene che cura e allontana la tristezza. Lavare spesso le mani è importante, ma non lo è di meno sciacquare via dai pensieri le immagini di ciò che ci circonda. La primavera è fuori dalla finestra. Respiratela profondamente e ad occhi chiusi. Abbiate cura della vostra solitudine. Destinate a lei una parte della giornata. Oggi più che mai dovete prenderne possesso, consapevolezza. Oggi più che mai dovete affidarvi a lei come a un'amica rara con cui non avete vergogna di restare in silenzio. Come a un amore che non ha bisogno di parole, perché da solo, sa.
Mi piacciono quelle persone che sanno essere presenti. Che lo sai che ci sono anche se a volte spariscono. Che si fanno spazio nel tuo tempo. Ma senza essere invadenti. Che magari non le senti da un bel po' ma poi ti guardano negli occhi e sanno quello che non dici. Che magari non le abbracci da un bel po' ma poi ti stringono e allora tu capisci perché loro sì, e gli altri no. Che i "non ho niente" li sanno riconoscere. Che dove tu non ce la fai con un sorriso ti ricordano chi sei. Mi piacciono quelle persone che quando non vuoi nessuno attorno loro, diventano silenzio. E restano lì e attendono. Che il buio attorno a te finisca. Che si allontanano ma non spariscono. Mi piacciono quelle persone che nel caos dell'esserci agiscono con calma e gentilezza. Che ti conoscono come ti conosci tu. E per assurdo, forse, anche di più. Mi piacciono quelle persone che la vita a volte ti concede perché in fondo te le meriti. E che arrivavano così quando meno te l'aspetti. Per tutti gli schiaffi che hai preso. Per tutto lo schifo che hai ingoiato. Che non sanno di essere regali. Che non sanno di essere speciali. Che non vogliono salvare nessuno però lo fanno. Che non vogliono essere miracoli però lo sono.