Scritto da: Angelo Bruno
in Diario (Sentimenti)
Le scarpe del primo amore non si scordano mai.
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Le scarpe del primo amore non si scordano mai.
Complice la notte, quel pensiero carico di desiderio si insinuava nella sua mente impedendole di dormire. Complice la notte, sentiva crescere la voglia dentro di lei e avrebbe tanto voluto non essere sola in quella stanza ma tra le braccia di un uomo. Un uomo che la ricoprisse di attenzioni e di baci e che con la lingua esplorasse ogni parte del suo corpo.
Che sei bella te lo avranno detto un milione di volte, ma c'è mai stato qualcuno che oltre ad essersi innamorato del tuo corpo, si sia innamorato della tua anima?
Anche con gli occhi bendati, lui l'avrebbe identificata tra mille. Avrebbe riconosciuto il suo passo, il suo profumo e il modo in cui le sue mani lo toccavano.
Bella come Venere, a tratti dolce e a tratti stronza. Sei la perfezione fatta donna.
L'ultima conquista.
Le donne erano la mia vita ed erano anche le mie prede preferite. Ingenue donzelle che seducevo con l'inganno facendo loro false promesse d'amore al solo scopo di possedere i loro corpi giovani e freschi. Entravo con delicatezza nei loro pensieri e nei loro cuori ma una volta che avevo ottenuto ciò che volevo, sparivo dalle loro vite lasciando profonde ferite nei cuori di quelle donne. La mia ultima conquista si chiamava Emily ed era la figlia del duca di Parigi. A differenza delle altre per cui non avevo mai provato nulla, per Emily avevo provato un sentimento nuovo e a me sconosciuto. Era amore. Emily non era soltanto una ragazza dall'aria innocente e dall'aspetto piacente, Emily era semplicemente unica e speciale. Per la prima volta in vita mia avevo fatto l'amore con lei con la stessa dolcezza e la stessa passione di un uomo innamorato della propria donna. Ero felice e lo ero ancora di più sapendo che Emily ricambiava questo mio amore. Questa felicità però era durata troppo poco. Suo padre il duca, venuto a conoscenza del nostro amore, come prima cosa aveva spedito Emily in un convento e in seguito aveva ingiustamente accusato me di essere un cospiratore la cui intenzione era quella di organizzare un attentato ai danni della regina Maria Antonietta. Avevo tentato di discolparmi ma era stato tutto inutile e per la prima volta in vita mia avevo paura. Fui subito arrestato e condotto in carcere. Nei giorni trascorsi in cella non facevo altro che pensare e ripensare a Emily. Quei pensieri però erano svaniti di colpo quando avevo visto aprirsi la porta della mia cella. In quell'istante avevo capito di essere giunto alla fine. Fui giustiziato mediante ghigliottina all'alba del 28 ottobre del 1790. Il mio ultimo pensiero prima di morire era stato per Emily, poi il buio.
Voleva essere padrona della situazione. Le piaceva provocare, stuzzicare, stabilire le regole e fissarne anche i limiti, ma soprattutto voleva farsi desiderare.
Aveva trascurato il suo corpo per molto tempo e quei pensieri non le davano tregua. Sentiva la voglia crescere in lei, di spogliarsi e di esplorare il suo corpo. Soltanto così avrebbe messo a tacere quei pensieri.
È vero sono solo un ragazzino e tu una donna. Una gran bella donna, la più bella che i miei occhi abbiano mai visto. A dire il vero non so perché io sia qui, in questa stanza, seduto sul pavimento, a guardarti con questa espressione da ebete innamorato. Dovrei alzarmi e andarmene via ma c'è una forza misteriosa che mi impedisce di lasciare questa stanza. È la forza dell'amore tanto bello quanto illogico. L'amore sincero e devoto che provo nei tuoi confronti. L'amore che ti ha incoronata come Regina del mio cuore. Non puoi lontanamente immaginare cosa tu possa rappresentare per me. Sei la protagonista dei miei pensieri più intimi ed erotici. Sei quel desiderio mancato, il sogno di un amore mai divenuto realtà.