"Che venga fulminata se penserò d'amarlo ancora" si ripeteva ad ogni lacrima, ad ogni delusione. Eppure, dopo solo pochi istanti di tensione emotiva, quel sentimento unico tornava a possederla. L'aveva scavata nel tempo, come goccia che s'insinua, penetra, plasma e modella la roccia a suo piacimento, per scorrere libera dove più le aggrada, così l'amore l'attraversava senza ostacolo alcuno. Aveva nel tempo sottratto dimora al suo cuore e, ad esso sostituitosi, scandiva il ritmo del suo vibrare, del suo respirare all'unisono con l'universo, seguendone la stessa melodia, il medesimo motivo d'accompagnamento, l'identica musica udita da pochi, esigui, rari visionari. Un battito lieve d'ali di pura e candida colomba, tra il chiassoso gracchiare di corvi neri come la pece.
Composto lunedì 13 febbraio 2017
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