Esiste un tempo in cui ti rendi conto che perdi. Perdi speranze, orgoglio, certezze e attese. E così, mentre stai perdendo, ti rendi conto che sei caduta, come non lo sai ma sei oramai lì, per terra e pensi che questa volta non puoi rialzarti. È difficile tirarsi su, lo ammetti. Rimettersi in piedi e ricominciare mentre tutto traballa, non è così semplice. E quando non riesci ad alzarti, ti accorgi di tanti indici, pronti e scattanti, puntati contro di te. Senti l'eco delle critiche feroci, come leoni digiuni che aspettano il loro pasto da tempo. Ti rovesciano addosso vomiti di giudizi, che ti arrivano a valanga, come se fossero tutti Santi... ma questa è un'altra storia! Ti osservano quando sei col cuore in gola, stanca, amareggiata, impaurita, delusa... e tu cerchi di tirarti su, con le tue gambe, con sforzo e con sacrificio. Poi forse, scorgi qualche mano tesa per aiutarti. Ti chiedi: "Ma dove sono finiti tutti coloro che si dichiaravano amici?" Non ci sono! Spariti come per magia! Anzi, sono i primi che ti hanno voltato le spalle! Quanto finto buonismo ti ha circondata? Quanta falsità hai vissuto intorno a te? Quanto egoismo hai confuso per altruismo? Quante maschere stai vedendo cadere? Beh, con grazia ora osserva, nota e memorizza. Sii saggia e abbi fede. E poi ti sembrerà di morire. Cari Signori miei imparate che ogni cosa per rinascere deve prima morire.
Signor 2020 finalmente stringo i denti... tu vai via e il nuovo anno mi darà compagnia. Sei stato un anno ladro, hai rubato baci e abbracci e ci hai tenuto chiusi con i catenacci. Per fortuna l'anno nuovo arriverà e speriamo che qualcosa cambierà. Un desiderio in questo nuovo anno che ci accomuna senza chiedere la luna. Ti chiediamo la normalità che fino a ieri sembrava una banalità.
Ho raggiunto un'età in cui se vuoi andare via, ti apro la porta. Se non hai ragione te la do. Se vuoi farmi arrabbiare, mi bevo una camomilla e, per finire, se decidi di andarti a comprare le "sigarette", ti do anche i soldi.
Ho marciato su terreni aridi. Ho fatto dietrofront, qualche volta. Ho chiesto scusa quando ho sbagliato. Eppure, si continua a camminare, nonostante, si è, a volte, anche un po' stanchi.
A volte mi soffermo, mi osservo, anche se so che non basta guardare. A volte mi soffermo, mi esamino, mi autocritico e mi autogiudico. A volte mi soffermo, respiro e so che devo ripartire. E per l'ennesima volta, mi soffermo, mi abbraccio, mi do una patacca sulla spalla e mi dico: "Forza, è ora di rimboccarsi le maniche".
Non sempre ciò che può essere raccontato può essere capito. Ognuno cura le proprie ferite. Ognuno sa quanto sia difficile ricucire ogni lembo strappato del suo cuore e quanto sia faticoso tirarsi su, dopo essere caduti. Ognuno ha le proprie ombre del passato che riappaiono nel presente ad ogni delusione. Proprio per questo, ognuno sente il proprio dolore. Ad ognuno è stata donata una tavolozza di colori ma certe volte usa solo il nero, ed altre volte solo il bianco, dimenticando il resto degli altri colori... ognuno è il pittore della propria anima.
Beh, ci sono inciampata anch'io... e sì! A tutti prima o poi capita di credere in persone che li reputiamo amiche ma poi si rivelano false, ipocriti ed anche invidiose. Questo succede e quando capita, la batosta è forte. Forse, t'insegna ad essere più selettiva con le amicizie oppure ad essere più forte. Così, capisci col tempo ad essere, né dura né insensibile ma solo più strafottente. Perché, credimi un po' di strafottenza nella vita non guasta mai, basta giusto quel poco. Oggi capita a me e domani, non sia mai, può anche capitare a te.