Pensieri


Scritto da: Antonio Cuomo
in Diario (Pensieri)
Io non pretendo e nemmeno prometto niente. Amo troppo la libertà, ma se penso all'amore, immagino due innamorati che nonostante le tante difficoltà e i troppi ostacoli si ritroveranno ancora insieme domani, con l'argento nei capelli. Il tempo che è passato sulla loro vita ha consumato i corpi senza cancellare niente dai loro cuori, camminano ancora insieme con la fatica addosso, si tengono stretti per mano e sono felici sorridendo di quei ricordi dove l'amore li vedeva protagonisti. Adesso quel sipario sta per scendere, gli spettatori hanno già lasciato la sala, loro seduti ai bordi del palcoscenico immaginano quei momenti salienti vissuti al limite di ogni immaginazione, di quell'amore che non era uguale a nessuno. Hanno negli occhi la stessa nostalgia, loro portano i nostri nomi. Aspetta, la sveglia, mi sono svegliato e tu non ci sei, era solo un illusione, un sogno che non meritavamo forse perché quel bene sincero non era abbastanza forte e hanno prevalso i tuoi interessi. Io ci voglio credere ancora e ti aspetterò, forse un mattino aprendo gli occhi ci sarai tu a baciare quelle lacrime che di notte continuano a parlarmi di te.
Composto lunedì 28 giugno 2021
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    Scritto da: Cetty Cannatella
    in Diario (Pensieri)
    Scinnu ri la vanedda e ntruppicu ne me ricordi ca sannu ri gelsuminu e zagara, ri salsa di pumaroru ca priparanu pi lu nvernu.
    Caminu comu li me anni, ca annu 50 anni eppuru rintra mi sentu ri avirini ancora 20...
    Sorridu a sentiri na matri col suo accento nordico ca rici o sò picciriddu: prestami il cellulare amore!
    A matri chiedu in prestito una cosa sua?... mah!
    Ed io hai in visione a facci nchiappata ri criaturi ca jocavanu a mucciareddu, i machini eranu in fila posteggiati e tu pi vidiri dunni eranu ammucciati t'avia calari, e si riria tantu ca li truvavi pi lu rumuri di la risata, e poi si currieva nta lu muru a gridari: batti bani liberi tutti...
    Si è veru, avevanu li ginocchia nivuri, a facci nchiappata, ma jucavanu cu nienti, eranu amici e cumpagni, li matri avevanu un pocu di tempu pi fari li sirbizza e i picciriddi, puru si unn'avianu cellulari e giochi di tutti i tipi e qualità erano spensierati.
    Ora hannu tuttu e sunnu annoiati, sembranu anime in pena e invece hannu sulu bisognu di essiri menu viziati e viviri la sua età senza abitualli ad aviri tuttu.
    E fari comu di picciriddi ca jocavanu, s'ammucciavanu, si chiamavanu e currianu beati e puri si unnavianu nienti erano pieni di felicità.

    Traduzione.
    Sto per uscire da un vicolo e la mia mente inciampa nei ricordi, odore di gelsomino e zagara, di pomodoro fresco cucinato per la conserva d'inverno.
    Cammino come i miei anni che sono 50 ma dentro l'anima sono 20.
    Sorrido a vedere una madre che dice al figlio piccolo: prestami il cellulare amore!
    - la madre chiede in prestito una cosa sua?
    ... mah!
    Ed io rivedo la faccia sporca dei bambini che un tempo giocavano a nascondino, le macchine posteggiate in fila... e per scoprire dove erano nascosti dovevi abbassarti e guardare sotto, si rideva così tanto che li trovavi per il suono delle risate e poi si correva al muro a dire la frase: batti bani liberi tuttiiii!
    Si è vero, avevano le ginocchia nere e le facce sporche, ma giocavano con poco, erano amici e compagni, le mamme avevano più tempo e facevano i mestieri, i bambini anche se non avevano cellulari e giochi di ogni tipo erano spensierati.
    Ora hanno tutto e sono annoiati, sembrano anime in pena e invece sono solo bisogno di essere meno viziati e vivere la loro età senza abituarli ad avere tutto.
    E fare come quei bambini che giocavano, si chiamavano, correvano beati ed anche se non avevano niente erano pieni di felicità.
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