in Diario (Quotidianità)
Non avere un'apparente ragione per lasciare il letto, ma neanche una reale per rimanerci.
Composto domenica 29 maggio 2016
Non avere un'apparente ragione per lasciare il letto, ma neanche una reale per rimanerci.
Io e la mia dualità! Come la luna, che quando è piena trabocca di luce, mi accendo di vita e sorrisi, così quando è nera mi spengo e mi eclisso nella mia profondità.
L'amore non ha un solo volto, né una sola spigolatura. È questa sua intrinseca complessità a renderlo indispensabile.
Ci sono parole che suonano gradevoli solo se dette dalla bocca giusta, così come ci sono carezze che danno piacere solo se date dalle giuste mani.
Chi ti ama realmente si ucciderebbe pur di non vederti soffrire. Chi l'amore non sa neanche cosa sia, ucciderebbe te solo per appagare il proprio ego.
Sorrido perché la gente che dice di starti vicina e di volerti vedere felice in realtà sta solo recitando un brutto copione di falsa cortesia e comprensione. Sorrido perché io lo so e non m'importa.
Ricordo un giorno da bambina in cui mi domandai "Ma... cos'è l'amore? Perché gli adulti lo cercano tanto se poi si lamentano del fatto che fa soffrire?" Ormai ero convinta che i grandi fossero pazzi e che, di conseguenza, crescendo ed innamorandomi, lo sarei diventata anche io. Ora che adulta lo sono da diverse lune, mi vedo costretta a dire che non mi sbagliavo. Quella bambina aveva visto bene, aveva riconosciuto i sintomi. L'amore è una malattia terribilmente meravigliosa. Infettatevi, dunque. Ammalatevi d'amore e andatevene in giro a contagiare tutti. Non è difficile, basta un bacio, un abbraccio o una semplice parola soffiata a fior di labbra. E una volta infetti, mi raccomando, non curatevi. Restate ammalati. Io voglio morire d'amore.