Ultimamente mi sembra di non riuscire a vivere nel tempo in cui sono nato. Cerco sempre rifugio e una dolce malinconia nel passato.
Un passato dal quale non ho nemmeno fatto parte, un passato che non vissuto. Adagiandomi in quella sicurezza del prima si stava meglio, prima del progresso, ricordando ricordi che non mi appartengono, fatti di racconti e canzoni, senza considerare gli aspetti negativi.
Non quelli pratici, ossia del "risparmio del tempo", ma quelli più cruenti della fame e miseria.
Risorge così il pensiero sopito del fare qualcosa per il mondo, la mia piccola parte per dare voce e speranza a coloro che non hanno le mie stesse opportunità.
Una voce che spesso non si converte in fatti, ma si perde nei miei pensieri egoistici di ambizione personale.
Da una parte vorrei condividere questi pensieri, anche anonimamente, ma non lo faccio. Tralasciandoli i "se", "ma", "perché" semplicemente non lo faccio.
L'unica maniera sarebbe concentrarmi, concentrarmi su una sola cosa, ma non è nella mia natura. Focalizzarsi.
Focalizzarsi mi costa sforzo. Dovrei cambiare? Disciplinare il mio carattere? Temprare la mia anima? O forse seguirla ciecamente e confidare che mi porterà lontano perché così deve essere. Hablame del mar marinero.
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