Non ho mai creduto che un amore immenso possa farti cambiare il modo di vivere e vedere la vita magicamente fatale, da quando ti ho vista, mentre passeggiavi nel parco con quella gonna che seguiva la danza del vento, che soffiava su di te. Mi sono fatto cullare dal ritmo dei tuoi passi, pur di raggiungere la stessa frequenza del tuo cuore. Fino a ieri i miei sogni erano niente, dove nessuno aveva nulla e tutti avevano tutto, perché di più non c'era.
Ho vissuto con te, un amore immenso quanto l'universo, è stato tutto così veloce, come il ciclo di vita di una farfalla. Avrei voluto sognare di più, ma quanto basta per non essere dimenticato.
Un passo avanti ieri sera, mi sono addormentato con la speranza che l'arrivo dell'alba di un nuovo giorno, potesse rasserenarmi perché, dietro le nuvole, c'e sempre il sole che insegue la luna, e non si resta mai soli se si smette di guardare ad un palmo dal naso.
Fin dove la vista può giungere... un incontro per caso, eri davanti a me sul ciglio della strada, ti ho inseguita fino a perdita d'occhio, con lo sguardo aperto fino al cielo. Non riuscivo a distrarmi per non perderti un attimo... non avevo mai visto una donna come te, piano piano mi sono avvicinato e con voce bassa ti ho sussurrato... ciao ci si vede per strada.
Cose mai dette. Piccole mie... scusatemi se abbasso lo sguardo mentre vi parlo, è da quel dì, che non ho più il coraggio di farlo, ma non posso andare avanti così, vedervi con gli occhi pieni di rabbia contro il mondo, è ancora peggio, perché tutti abbiamo nella nostra vita qualcosa che ci impedisce di essere sereni. Costi quel che costi, sarò sincero, anche se mi vergogno, come un bimbo colto con le mani nella marmellata. Ciò che è accaduto non ha rimedi, non si è mai pronti al cambiamento ma creare dei presupposti per condividerlo serenamente, sì. Tu primo frutto d'amore che hai vissuto metà della tua vita, con tutte le carezze del mondo, sognando la conquista della terra della serie: uno per tutti, tutti per uno... e tu, piccola ciliegina amorosa, di certo non ricordi più di tanto, perché eri una pargoletta, ma capivi abbastanza per dirmi: dove eri papà... io non ero da nessuna parte, ero fermo lì, dietro alla porta chiusa alle mie spalle, con la speranza che si riaprisse. In ginocchio vi chiedo scusa, per tutto ciò che le incomprensioni hanno dato vita, a un risvolto delle nostre intenzioni. Raccontare, passo dopo passo fa solo male, ma se questo può esservi di aiuto, dovete sapere, che nel percorso della vita, capitano delle combinazioni e delle occasioni che si prendono al volo, con la massima leggerezza, forse frutto della giovinezza. È inutile insistere e dare la colpa all'altra, sarebbe come dire: chi è senza peccato... scagli la prima pietra.
Un mondo di soli. In questo mondo balordo, dove ogni tentazione diventa un'occasione, senza pensarci due volte della serie "ogni lasciata è persa", si finisce sempre col creare un alibi, per coprire la propria debolezza. E il bisogno di giustificarsi con sé stessi... per non far sopraggiungere il grande nemico delle colpe... il pentimento. Intanto, l'equilibrio familiare svanisce, come neve al sole e senza rendersi conto che tutto stia sfumando... tutto diventa inutile, il tempo diventa sempre più tiranno... ogni attimo sempre più insostenibile, fino a rendersi conto di aver perso, a due palmi dal naso, quello che si è sempre sognato di avere.
Tutto... all'improvviso niente si parlava di un virus, che sarebbe stato debellato in poco tempo e ci siamo ritrovati impreparati, contro una pandemia sfrenata, indipendente da ogni cosa, e senza guardare in faccia a nessuno della serie "do cojo coio" ci ha tolto ogni cosa: l'abbraccio... il primo gesto d'amore, il sorriso... il primo approccio, ora, nascosto dietro la mascherina, la passeggiata ai giardinetti, un modo per scambiare due chiacchiere, ma crea affollamento e non si può, in pizzeria per trascorrere una perfetta serata tra amici... ma, non bisogna creare assembramento, e allora "io resto a casa" in attesa che tutto finisca al più presto. Quante cose belle ci siamo persi, forse, avevamo perso la giusta dimensione delle cose e oggi, vogliamo ripartire da noi. E ricominciare a ricostruire la nostra vita.