Carri di carnevale
La mattina vomita luce sui lividi del buio
il selciato è viscido
e la notte smette di respirare.
Affiorano immagini
che non ricordo di aver vissuto.
La confusione è nella testa
e nei pensieri che formula le parole tremano.
Cosa devo fare di quel che sono
di questa foglia che ha lasciato il ramo
del suo breve volo prima della caduta.
L'esistenza si compie
tra spighe di grano e campi incolti
semina e mietitura si rincorrono senza fine
come nuvole tra le stagioni.
Si scuce il battito dal tessuto del cuore
lo scheletro ha lasciato l'armadio
l'anima rimane al freddo.
Non vale più la pena tenere in piedi questa baracca
è una recita surreale.
I carri di carnevale mascherano le ferite
ma non si può sfuggire al dolore.
La vita scivola nelle tonalità di grigio
ed io
non voglio colorarla più.
Ettore Grimani.
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