Credo che quando qualcuno legga qualcosa non si dovrebbe mai venire a conoscenza dell'esperienza che c'è dietro, solo prendere atto delle parole e tener conto che le ha scritte un essere umano con le sue motivazioni. Oppure fare attenzione a ciò cui si indaga, perché venire a sapere che certe cose lette sono state scritte in seguito a un'emozione vissuta è differente dal venire a conoscenza del fatto che ci sia qualcuno che scrive cose profonde solo per fare impressione sugli altri.
Quando gli altri si dispongono in formazione, pronti ad urlare chi sono, dove vanno e cosa amano io mi avvicino, alzo la mano convinta e poi la tiro giù, cercando di non farmi vedere. Non sono materialmente in grado di far notare la mia presenza, sperando sempre che, quando accadrà, almeno qualcuno si accorga della mia assenza.
Ti prego, dammi un momento di totale irrazionalità. Dammi un istante in cui possa perdere la testa. Regalami un secondo di blackout neuronale. Giuro che mi prenderò tutte le responsabilità che verranno e lo farò con coscienza, e con tutta me stessa. Lo farò perché mi avrai donato un istante di irrazionalità che per me varrà una vita.
Sono una persona malinconica di natura, non so fare i conti col presente praticamente mai. E quando li faccio, li faccio bene, ma mi sto solo costruendo altri ricordi in cui rifugiarmi.
Chi vorrà starmi accanto non potrà essere una persona dal carattere solo solare o solo negativo. Col tempo, la prima finirei per odiarla e con la seconda ci andrei insieme in terapia. Ho bisogno di un Tao. Di qualcuno che sappia comprendere la mia ombra senza denigrarla o spaventarsene, ma che sappia anche condividere con me dei momenti di stupido e genuino divertimento.
È la notte e sono i sogni. Sono i desideri. Sono le paure. È la notte e sono i silenzi. Gli incubi. La scrittura. È la notte ed è l'odio. La birra. I tacchi in mano. La musica. È la notte ed è l'amore. L'alcool. La luna. Il deserto. I balconi. I cigolii. Il sesso. È la notte ed è il proibito. I film. Il buio dentro. Le riflessioni. Il coraggio. Il messaggio. È la notte ed è dialogo.
Non si sa come mai gli amori dei 20 anni li porti sempre con te. Alcuni sono solo polvere e mattoni sbeccati che ti seguono incessantemente, macerie emozionali, altri in carne e cuore sono ancora al tuo fianco, fortezza sicura. Ma è inevitabile, gli amori dei 20 anni saranno sempre con te, ombre o luce.
Io non sono persa senza di te. Io non sono persa senza nessuno. Io sto qui, da sola, e so dove sono.
Sento il pavimento, sento il vento, sento le voci di chi mi sta intorno, la fatica dei miei passi, la musica e il sudore. Vedo il buio, vedo i volti, riconosco le lenzuola, ricordo i sapori. Tocco. Rido. Ritrovo. Piango. Dimentico. E forse è peggio, sai, sapere dove si è.
Perché chi si perde qualche volta, spesso scopre. Chi si trova spesso, qualche volta dovrebbe perdersi.
Dicono che il sesso si faccia in due. Ed è vero. Ma c'è modo di rimanere soli anche in questo. Se uno dei due vuole solo sesso e l'altro è innamorato si è da soli, perché se non si dice la verità, uno scopa e l'altro fa l'amore, e nello stesso letto ci si guarda con occhi diversi. E non ci si vede.
Il cuore non è un preservativo da mettere a protezione della coscienza prima di fare sesso: l'amore non è prerogativa necessaria per andare a letto.
Se il sentimento non c'è, non c'è, non tiratelo in mezzo. Se è considerata sporca la carnalità, immaginate cosa dev'essere usare i sentimenti per raggiungerla come scopo ultimo. Lurido.