Scritto da: Francesco Maggi
Non restò
che farci suono
e abitare le distanze
dei nostri cieli tremuli.
Oasi di uno stesso pianto
nel nero fremito
di terra bruta
gli amori fragili
cantano solitari.
E non restò che alzarci in piedi
ignoti nell'armonia
delle costellazioni
per riconoscerci.
Composto sabato 28 maggio 2022