Scritto da: Gianmarco Campone
Ti capita mai di pensare alla tua vita? Tiri le somme, fai i tuoi conti e magari metti su una lista di cose da fare prima che... Ecco, io adesso ci penso, ma non sono momenti in cui ci si pone delle domande. In questi attimi si ricorda, ma è come se allo stesso tempo si sognasse, come se i ricordi appartenessero a qualcun altro. Non so spiegarlo bene, ma è simile a quando si osserva qualcuno tramite uno specchio, con l'unica differenza che si vedono solo cose belle o solo cose brutte. Vedi, questa è una di quelle volte in cui la pillola si dimostra dolce, una di quelle volte che mi fanno ridere nonostante tutto. E, per chissà quale miracolo, capisci che le persone vanno e vengono, che tutti quelli che non potranno più tornare, in qualche modo, uno piccolo e maledettamente tuo, ci sono sempre. Che la famiglia è il dono più grande che questa realtà potrà mai darci e che vale la pena vivere per sperare d'averne una tutta tua un giorno. Che gli amici, quei quattro in mezzo agli altri, sono la famiglia che ti scegli, sempre pronti a ricordarti che l'unica certezza che hai al mondo sei tu. Capisci che tutto quel che è entrato di prepotenza nella tua vita c'è entrato per renderti la persona che sei adesso, e malgrado i difetti, li fuori, forse lontano, forse vicino o addirittura accanto a te, c'è qualcuno che renderà quei difetti dei pregi che non varranno per il mondo, ma solo per queste due anime che lo guardano l'uno con gli occhi dell'altro. E capisci che, cristo santo, senza quel sentimento che tutti "amano" denigrare non esisterebbe nulla, non sarebbe vita, sarebbe niente. In questi piccoli attimi di spensieratezza riesco a dare un senso a tutti quei miliardi di attimi in cui il senso di tutto questo era l'ultimo dei miei pensieri.
Composto giovedì 11 giugno 2015

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