Scritto da: Giovanni Govoni
in Diario (Quotidianità)
A volte mi arrendo, e sono le volte in cui mi piaccio di più.
Composto venerdì 28 giugno 2019
A volte mi arrendo, e sono le volte in cui mi piaccio di più.
Eravamo un misto di emozioni ormai perse, ma vissute. E non più ricordi, ma esperienze come passi, per arrivare ad essere felici.
Non ho bisogno di credere che ci sia un anno da chiudere e dimenticare. Credo solo che ci sia un nuovo anno e una nuova possibilità per migliorare.
Si ha paura di cambiare per paura di non essere più riconosciuti da chi ti conosce, e poi un giorno ti accorgi che sei tu a non conoscere più nessuno.
Se mi cerchi sono qui, tra le cose che hai messo da parte, per quando ne hai bisogno. Perché certe volte bisogna stare in disparte per scoprire quanto vuoto puoi lasciare.
Faccio passi lunghi più della gamba senza cadere. Perché sono balzi, quasi tuffi, tuffi al cuore.
Anche oggi ho peccato di una sola cosa: rimanere irrimediabilmente quello che sono. E non intendo chiedere perdono a nessuno.
Sono quello che ci prova, e non sempre ci riesce. Ma quando succede, allora l'emozione è doppia.
È tutto un viaggio di sola andata, e poi ci sono io che vorrei ritornare.
Arriva quel giorno in cui ci ripensi e ti accorgi: quanto tempo hai perso per capire e quanto tempo hai sprecato a non sentire.