Scritto da: lafiorentina
Il domani non è garantito a nessuno, ogni momento potrebbe essere l'ultimo. Quindi non aspettare, resta vicino a chi ami, sii presente, apri le braccia, parla, racconta, ascolta.
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Il domani non è garantito a nessuno, ogni momento potrebbe essere l'ultimo. Quindi non aspettare, resta vicino a chi ami, sii presente, apri le braccia, parla, racconta, ascolta.
Non c'è amore disinteressato, ognuno insegue un sentimento costruito sui propri sogni e bisogni. I dubbi alla lunga indagano l'amore, lo valutano, lo deformano e lo distruggono. Il fallimento è insito in questo desiderio di prendere, mascherato dal bisogno di dare.
La vidi da lontano, anche lei immersa nella stessa folla. Calle dei Fabbri brulicava come un formicaio, quasi ci scontrammo, sorrise e aprì le braccia. Mi raccolse come un tappo di sughero portato dalla corrente di un fiume, chiuse le mani a coppa e mi sostenne. Per me fu ritrovare ciò che avevo perduto. La metà che era rimasta dentro gli occhi di Claudia si ricongiunse alla parte che mancava. Ci abbracciammo e appoggiò le labbra alle mie.
Scoglio e risacca, colori scuri, voci arrocate di salsedine. Le donne liguri hanno la scorza dura, di sale e conchiglia, seccata al sole come una pianta di cappero. Guardano il cielo e seguono il volo dritto di una folaga, sorridono quando sparisce all'orizzonte, perché sanno che presto o tardi tornerà.
Tutto ciò che il mare prende, il mare restituisce. Può essere un amore, un ricordo, un vento generoso, un amico o un sospiro. Tutto torna indietro, come il messaggio affidato alle onde che ritrovi nella bottiglia sulla spiaggia.
Le donne liguri hanno sangue forte, di marinai, navigatori e guerrieri. La vita non le spezzerà, cadranno mille volte e mille altre volte risorgeranno come l'alba. Custodiscono nel cuore un posto vuoto, un giaciglio di fortuna utile a chi dovrà arrivare, pronte ad accogliere le sorprese della vita, curiose come la rete del pescatore gettata tra i flutti, che tutto trattiene, senza aspettare nulla in cambio.
In fondo averti addosso in una notte romana era l'unica cosa giusta in quel periodo di tempo di quel periodo di vita, così quando ti accorgi che hai cambiato indirizzo al pensiero, allora ti chiedi in quale stazione andrai a prendere le prossime valigie, e dove sarà diretto il tuo viaggio. In ogni caso eravamo nostri, nessuno può portarcelo via, e non sarebbe bastato il cielo a coprirci, quando ancora non potevamo distinguere dove finivi tu e dove iniziavo io. Allora fai buon viaggio, sei la mia vergine zoppa e ho cantato di te in mille poesie, sei stata presente negli occhi e nelle pagine dei miei libri, ma ora è arrivato il momento di metterci un punto, e di metterti via. Ho già troppi scheletri, e sempre meno armadi.
Io so che averci è rimanere nudi, spogliati da ogni inganno. Così diversi, eppure così vicini. Adesi, due parti differenti di un unico tutto. Arriveranno i giorni bui, quelli che stridono e fumano, quelli senza colore. E insieme temeremo un futuro che non ci appartiene, perché il futuro è di chi non lo attende e vive un consapevole presente. Il futuro è di chi non ce l'ha. E in questa parentesi breve di vita mi chiedo quale senso nascondano le mie mani appoggiate alle tue, il colore della pelle, i miei occhi e i tuoi occhiali sul naso, il mio essere assorto e quel sorriso smarrito, le nostre vite piene di stracci, gonfie di esperienze che in fondo non ci riguardano davvero. E il nostro essere uniti, non ancora liberati dai dubbi. Io so che averci è un divenire fluido, è un istante che prepara il successivo. È la primavera che tarda ad arrivare, ma quando sboccia ricopre l'universo.