Il mio sguardo assente li accoglie in un unico abbraccio e una frase colma di tenerezza affiora nella mia mente: i miei ragazzi.
Ora lo sguardo si fa attento e li osservo lentamente con attenzione, mentre loro, ignari, continuano il lavoro.
La vita: ecco che cos'è. La vita; un miracolo negli occhi dei miei ragazzi colmi di speranze, di attese, di aspirazioni che si perde nel vuoto delle loro illusioni.
Nelle loro espressioni il disperato bisogno di credere in un futuro pieno di certezze, di fiducia, di verità; un futuro che non si sgretoli nell'impatto con una realtà vacua, aleatoria, incerta.
I miei ragazzi; la società del nostro presente, frutto di un nostro passato radicato nel nostro essere, nei nostri principi, nelle nostre ambizioni; i quali non possono attingere allo sgorghio delle nostre sicurezze.
Gli sguardi si incrociano perdendosi nell'esistenza di un punto indefinito. Quegli sguardi liquidi nell'osservare le speranze di un divenire colmo di un niente che solo essi, i miei ragazzi, sapranno riempire di vita per un loro futuro straordinario.
Composto sabato 1 aprile 2017
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