I ricordi vivono in noi. I ricordi sono come una medaglia che ha sempre due facce. È la memoria che percepisce i ricordi e il passato, come sono gli altri sensi che apprendono il presente. De montaigne affermava che la memoria non ci racconta quel che prediligiamo noi, ma ciò che piace a lei. Ed in parte teneva ragione. Tutti noi abbiamo innalzato un lungo ponte tra i ricordi-il passato ed il presente. Il nostro anagrafe ci serve per il presente, là ci sono le tracce lasciate nella nostra testa degli eventi nei quali siamo stati dei primi attori o testimoni o che ci hanno visto anche arresi. Tuttavia i ricordi hanno un ruolo nell'intelligenza e nell'parità personale: la prima perché acquisisce informazioni ed esperienze dal passato, la seconda serve per conservare il senso del sé. Nei casi di momentaneo vuoto di memeria, la persona non è più la stessa per cui ciò che fa di un singolo uomo la stessa persona per tutta la vita, è quell'archivio di ricordi che si immagazzinano nel tempo. Perduti questi, quell'essere umano cessa di essere se stesso. Ma avere troppa memoria e ricascare sempre in quello scrigno, può essere un elemento negativo ed è questo il rovescio della medaglia. Le conoscenze passate che hanno causato traumi e delusioni, vanno accantonate e chi non è capace spesso deve farsi esaminare da uno psicanalista. La capacità di dimenticare diventa allora necessaria per la nostra essenza soprattutto come processo di guarigione necessaria. Andando per gradi, dovremmo scordarci anche tutte quelle cose che ci hanno fatto soffrire ed abbassare il livello della rimpianto, altrimenti siamo destinati a vivere con un passato che ci logora dentro. Quante volte abbiano usato la solita frase: da domani ricomincio d'accapo? Questo significa tagliare netto col passato e iniziare non solo una nuova vita, ma riprendere a "vivere"
Composto sabato 1 gennaio 2000
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