Post di Lucrezia Lerose

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A volte non è la delusione, né la tristezza, né il restarci male. È il rendersi conto che non avevi visto tante cose, perché le tue emozioni giocavano a fare la danza delle farfalle nello stomaco e la mente probabilmente non aveva ossigeno a sufficienza. Poi, non si sa come, arriva un momento preciso, un momento che io chiamo di "puro idillio con se stessi", in cui ritorna l'ossigeno necessario, la consapevolezza necessaria, il sollievo necessario a mandare via la nebbia. E stai bene. Anzi, benissimo. E non ti importa poi molto di appenderti a frasi come "ognuno ha quel che si merita" o "la vita rimette tutti al proprio posto", poiché non servono questi pensieri, non serve il rancore, non serve l'illusione... a volte bisogna solo avere la possibilità di ricordarci chi siamo, di scivolare nel dolore, di avviarci al cambiamento ed è inevitabile che questo percorso sia costellato da persone più adatte o meno a noi. Anzi, a volte sono proprio quelle meno adatte che ci fanno riflettere, che ci inducono a risanare ferite con noi stessi. Facendoci notare che ci vorrebbero diversi, facendoci sentire che non siamo mai abbastanza, portando i legami dove vogliono loro e scegliendo anche per te. Ti fermi e ti rifletti su uno specchio tutto tuo. Ti vedi bellissima. Ti ritrovi. Cambi. Migliori. Scegli per te stessa. Lasci andare la nebbia, i volti di nebbia, i ricordi di nebbia, i legami di nebbia, le emozioni di nebbia. Ti rendi conto di come non vorresti mai essere e di come stavi diventando. Ti rendi conto che hai fatto un grande torto a te stessa, sopportando fino all'estremo tanti limiti. Non sei e non puoi essere né nebbia, né amaro. Se fossi stata nebbia e amaro, non avresti permesso il male che ti è stato fatto, né sarebbero riusciti a fartene. Tu non puoi fare a meno di essere emozione pura, coraggiosa, forte e indomita. Lontana, molto lontana, da chi non riesce a conoscere certe emozioni e ad accettarle. Lontana, molto lontana, da chi utilizza le tue fragilità per tenerti legata. Perché tu sei bella così come sei e non vuoi e non puoi diventare come loro. Tu vuoi crescere ed essere una persona migliore.

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E poi ti sento in quell'abbraccio.
Sigillo a un pensiero positivo
che s'innalza come l'alta marea,
dal cuore alla mente
e si espande in tutto il corpo
al pari di pianeti e di stelle nell'universo.

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Per ogni volta che non mi sono sentita abbastanza. Per ogni volta che non mi sono sentita all'altezza. Per ogni volta che mi sono sentita un mezzo di paragone, una scelta e una non scelta. Per ogni volta che mi avrebbero voluta diversa. Per ogni volta che correvo verso un cuore per tuffarmi fra le sue braccia e correva nella direzione opposta. Per ognuna di queste volte, oggi trabocco di farfalle, come il prato in fiore più bello.

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Oltre il sogno e l'utilità di essere vicini alla consapevolezza, esistono tanti modi per far suonare i tuoi pensieri e creare nuovi accordi. Scagliare frecce di motivazione dal presente al futuro, raccogliere sorrisi a ogni meta, rispettare intervalli a ogni distanza. E poi esiste quel modo solo tuo, unico come te. Sta a te scoprirlo.

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Nella giostra della vita molte cose le hai perse, le perdi o le perderai. È inevitabile. Arriva il giorno in cui impari a perdere tutto, ma non il cuore. Con esso devi conviverci per sempre. È il vestito più vero che hai. È oltre ogni autenticità che ti sei promesso nel tempo del mondo. È oltre ogni comprensione nel puzzle di ogni te stesso. Sì, il cuore.

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Se solo osassimo più spesso guardare attraverso lenti di ingrandimento, saremmo oltre la punteggiatura della paura, oltre i cancelli della solitudine, a salutare i margini del dolore. E con nuovi sguardi che non svalutano e parole che credono, saremmo a respirare nuove brezze. Brezze di introspezione e di autostima.

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Indossa scarpe comode. Che siano create su misura per rispettare i tuoi tempi. Il cammino per la conoscenza è lungo. Camminerai su sentieri che narrano la storia delle tue emozioni. Quando farai ritorno, non sarai più lo stesso, avrai imparato a misurarti con la tua identità.

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Per fortuna esiste chi arriva un giorno e, riferendosi a qualcuno, ti dice "finché non troverò di meglio". Ti fa capire chi non vorrai mai diventare, ovvero una persona disposta a vendere l'amore per una manciata di futili apparenze.

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Eri seduto accanto a me. Ogni centimetro in meno che mi separava dal tuo viso, era un tocco di felicità dritto all'anima. Avrei voluto baciare il mare nei tuoi occhi. Avrei voluto abbracciare la tua mente e lasciare una carezza sul tuo cuore. Avrei voluto e ci penso ancora.

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È che forse, alle volte, proiettiamo su chi amiamo un prolungamento di noi stessi. Una proiezione di chi non siamo, di chi vorremmo essere o di chi non riusciamo a essere. E nasce così l'idealizzazione e muore la realtà. Ciò che ai nostri occhi è desiderabile, ha delle caratteristiche uniche o speciali, è solo un velo che creiamo ad hoc per fuggire dalla realtà. L'idea di unicità di una persona non va mai "corretta", abbinando a quest'ultima espressioni o colori che ci appartengono, né desiderando di ottenere quelli che non abbiamo attraverso l'altro. Forse la cosa migliore è imparare a "cucire" i desideri sulla propria pelle, in modo che non si inciampi nel bisogno distorto di "cucirli" su quella altrui.