Eri la mia oasi di pace e serenità, la fonte a cui mi abbeveravo quando avevo sete e voglia di refrigerio. Eri il mio vocabolario delle parole dolci, la farina 00 che lievitava e sfornava propositi fragranti per me. Eri la pasticceria capace di confezionare emozioni e gioie di zucchero filato, il mio tiramisù, il mio sorbetto al limone. Perché d'un tratto hai chiuso il negozio? Cattivissima sei!
Tantissime volte ho ricercato nuovi stimoli, inseguito e rincorso sogni poi rivelatisi chimere. Adesso basta, smetto di cercare e, come un'asceta, mi dedico all'introspezione. Voglio ritrovare me stesso attraverso un amore giusto e ordinato che soddisfi la mia interiorità. Ormai ho capito, come ci insegnano e tramandano gli antichi filosofi, che quello che uno cerca non può essere altrove, ma qui dentro di noi. A tal proposito mi domando: si, ma a che profondità risiedono dentro di noi le motivazioni e le energie positive? Dicono che la verità sia una piccola luce in fondo ad un tunnel. Allora è chiaro che qualcuno deve aver spento la luce! È proprio questo il dilemma. Ho provato numerose volte a fare delle full immersion dentro me stesso, ad interrogare la mia anima, ma è successo che questa si sia avvalsa della facoltà di non rispondere. È infatti ci sono volte che proprio non riesco ad incontrarmi con me stesso. Sento di allontanarmi. È come se mi dessi appuntamento e l'altra parte di me non si presentasse. Rimango in silenzio a contare i minuti, le ore, sperando che l'altro Ludo non faccia troppo tardi. Poi finalmente lo vedo arrivare sorridente, e quando accade non gli porto nessun broncio, perché noi ci vogliamo bene, ma amiamo non dircelo mai.