Stanotte ti sognai!
Magro, debole, affaticato,
come te ne sei andato!
Ti sento accanto, precedi i miei passi. No! Non è suggestione!
Tu ci sei, ci sei veramente!
E il ricordo di te mi strugge il cuore!
La lotta impari degli ultimi tempi, le richieste di aiuto, la caparbia resistenza, la speranza, la rassegnazione, l'agonia, la morte desiderata al fine, come a liberarti dalle immani sofferenze che pativi.
E i tuoi grandi occhi, tesoro mio, quelli della vigilia?
Quel respiro agonistico, quasi come a voler rincorrere la vita?
E gli ultimi battiti, quelli lenti, e poi i lentissimi e poi l'ultimo, quello che cambiar color ti fece e bianco. E freddo. E solo ...
e Basta, non voglio più viaggiar!
Voglio pensar piuttosto agli occhiolini, al Bartezzaghi insoluto, al tressette, ai segni e al buongioco, al terzo liscio e sola, a noi quattro... a formar un corpo unico e solo che soffrir volea con te e darti respiro e sollievo.
Ahi, se solo avessimo potuto!
Penso ancor ai nostri sguardi vuoti, all'assoluta impotenza, a quell'infinita disperazione,
a come abbiam mentito a noi stessi credendo che tu ce la potessi fare e infine......
voglio poter pensare alla prof.ssa Pennetti, che neppur conobbi mai se non di nome in quell'ultima sera e che ti lasciò sul viso, per un secondo e uno soltanto,
tal sorriso tanto stanco,
ma tanto bello e franco.
E ora? Esso torna puntuale e altero nella memoria mia come il punto più alto e vero della nostra empatia.
Hai lasciato in me un vuoto infinito, fratellino bello e caro, tanto.......
Troppo incredibilmente amaro!
Sarai sempre nel mio cuore.
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