Pagine e pagine di incertezze, hanno scandagliato le mie paure, inabissandosi tante volte nel coraggio di viverle, stroncata delle mie incertezze, ho scritto parole con il pugno chiuso delle mie delusioni. Solo dopo aver letto e riletto, numerose volte il romanzo della mia esistenza, dopo aver sfogliato e scrutato attentamente ogni pagina, ogni parola, ho capito che troppi vuoti si erano inabissati nel profondo dei miei silenzi, troppi sogni erano rimasti lì incompiuti nello spazio sbiadito dei miei giorni. Quindi pian piano ho cominciato, con cuore libero, ad incidere negli spazi vuoti delle mie scelte parole colme di verità, parole colme di coraggio, e nel valore delle mie azioni sono riuscito a cancellare le mie più intime paure. E, tra i duri insegnamenti della vita, tra bastonate e pugnalate, ancora una volta rivendetti l'opzione di esser fenice... quella fenice che con tanta resilienza risorge dalle sue ceneri, riscrivendo le pagine della sua vita, motivandone i gesti e i respiri, senza alcuna remora. Felice e sicura d'esser un'anima combattiva, capace di trovare un vivo interesse per spiccare il volo senza più cicatrici.
Tutt'oggi sono sempre attenta e riflessiva, sebbene lontana dall'essere appianante, sono molto scrupolosa abbastanza consapevole di me stessa, di quello che mi circonda e di quello che vige dentro nel mio profondo. Ma, tante volte; seppur guardo il tramonto con l'umile consapevolezza, non riesco a comprendere le numerose prospettive che mi circondano, forse nascoste dal velo invisibile delle innumerevoli delusioni, forse occultate dal solitario e invincibile freddo dell'incompatibilità... incompatibilità di non poter capire appieno questa vita acerba, sempre più crudele e devastante. Nonostante tutto; accingo dal ruscello della verità, "speranze". Speranza che nonostante i giorni ottusi e gli attimi inconcludenti, rendono il mio animo ancora combattivo e pieno di voglia di alimentare il mio coraggio. Un coraggio sano fatto di sogni, sogni che hanno la capacità di discernere la gioia e la felicità anche nel bieco e distorto riflesso dell'inumanità.
La vita con il nostro crescere, sparge i resti del passato sulla tela del nostro futuro. Acerba, rifiuta di cancellare ciò che nessuno potrà mai restituire alle nostre membra, alla nostra esistenza. Molte volte ci rema contro e ci lascia sprofondare alla deriva delle nostre paure, senza remi, senza freni, senza risparmiarci niente. Riesce a tagliarci le ali, e furbamente ad incenerire le nostre opinabili ragioni. Ma per assurdo, nello stesso tempo c'insegna a camminare nel coraggio delle nostre scelte e consapevolezze. Toglie e aggiunge al nostro bagaglio di conoscenza, la brezza di quella capacità di oltrepassare i limiti imposti di una società superficiale e scialba, abbattendo le barriere che ci separano dall'apparire per essere. Ritrovando così, la necessità di scavare nel profondo, dove le vertigini dell'esistenza, scompaiono, per dare luce alla nostra presa di coscienza, quella sostanza che abbatte ogni tempesta e scalfisce ogni profondità. Un punto di riferimento, si da dove si riparte, per stabilire che per ritrovare noi stessi; dobbiamo prima affondare e perderci, per rinascere più forti di prima.
Non mi aspetto nulla dalle persone, ho imparato a convivere con la loro indifferenza e superficialità. Sono un'anima che con il tempo ha imparato a capire le parole scontate, quelle dette così giusto per... Guardando la vita da dietro i vetri appannati della mia esistenza, ho capito che non sempre hai il controllo del percorso che scegli. Molte volte le prospettive s'intrecciano con la paura di non aver fatto il giusto, spezzando anche solide fondamenta costruite sulla realtà. E anche se crei alternative per distogliere lo sguardo, l'immagine di una visione distorta si proietterà sempre in profondità, creando trame crude, beffarde, ironicamente celate dietro un velo impercettibile chiamato; sentenze.
Chimere, infondo siamo tutti chimere di un mondo sconosciuto, un mondo che ognuno di noi racchiude gelosamente dentro sé. Chimere, Occhi cupi di un orgoglio, accecato dal dolore dell'amarezza. Narcisismo e idee di grandezze che condizionano il nostro ego nell'ammirazione solo di noi stessi, troppo presi dalla superiorità, dall'arroganza e dal disprezzo, quasi a stroncare il respiro per un empatia fragile quasi inesistente. Invulnerabile alle critiche del confronto si distrugge ogni cosa "tabula rasa di ogni barlume di emozione". Perché l'importante non è star bene con se stessi, ma vivere una vita in un Lockdown di sentimenti... Chimere non solo mostri mitologici che inneggiano trionfanti tra racconto e fantasia... anche fragili sognatori, frutto acerbo di una lacrima spezzata, che appassisce ogni qual volta; quando la spina del tormento perturba l'umile verità dei silenzi oramai perduti. Consapevolezza di tante parole mancate, di tanti sorrisi mozzati dai dispiaceri dell'esistenza. Chimere non è solo un germe informe chiamato egoismo. ... molte volte è solo Un mondo interno che non sempre ci piace mostrare, perché siamo due pesi e due misure che non sempre riusciamo ad accettare, poiché tantissime volte il metro del nostro giudizio è pari alla presunta paura del nostro fallimento.
Di solito, come capita nelle favole le principesse vengono salvate. Ma io purtroppo non sono una principessa e non vivo una favola, quindi mi devo salvare da sola, come ho sempre fatto. Impugnando il mio arco ho vissuto numerosi scontri, ho perso numerose battaglie, ma il dolore più grande è stato quando il cavaliere errante ha raccolto il suo scudo e si è allontanato dalla destinazione. Da quel valore che lo contraddistingueva da tutti... con sguardo fiero ma basso si è appartato presso un torrente... allontanando i pensieri e chiudendo il cuore.
Quant'è dura la vita con tutte queste risalite, con silenzi e verità nascoste, tra torbide bugie e mere vanità di superiorità... ma nonostante ci siano numerose ferite, ci sono anche grandi e innumerevoli risultati raggiunti, nonostante tutto, nonostante la corrente remi contro, nonostante i pugnali trafiggono la volontà e la speranza. Quant'è dura la vita, quando la solitudine urta la nostra sensibilità, quando l'empatia ci rende deboli e vulnerabili, tra queste follie di orgogli pungenti, di meri egoismi, di taglienti e falsi sorrisi. Quant'è dura la vita quando mandiamo giù rospi amari, quando facciamo finta di guardare altrove, quando la nostra storia è solo un garbuglio di sguardi bassi e sospiri spezzati... ma nonostante tutto, la profondità e la proiezione della nostra umile ispirazione di felicità, rende visibile e chiara la nostra vetta... e anche se si trova in cima a ripide salite, noi anime semplici e combattenti affrontiamo l'oscurità per uscirne vincenti.
Ecco il destino, tanto crudele come tanto incomprensibile e beffardo. Un sogno scorretto che rotola nell'ombra dell'esistenza. Nulla a che fare con la necessità di saper e voler ancora volare, nulla a che fare con la sfiducia sgretolata dalla crudeltà e dalla freddezza di chi si sente onnipotente, di chi senza rispetto spezza le al prossimo. Ecco il destino, un sasso lanciato su un petalo che, delicato e fragile, cerca di respirare la vita. Nessuna riflessione a riguardo ma tanta amarezza nel cuore, per questo gioco beffardo che ci conduce distintamente a bivi. Molteplici bivi che proiettano un riflesso bieco e palesemente distorto, dai quali dovremmo saper discernere il nostro giusto andare. Saremo in grado di scegliere con questa accomodante stoltezza, con questa delirante superficialità, saremo in grado di scegliere il giusto, il giusto in questa identità fittizia che nulla a che fare con ciò che siamo nell'anima.
Le persone innamorate si riconoscono da lontano, vivono di amore, e gioiscono di felicità. E anche se a volte hanno gli occhi lucidi, non hanno l'anima tormenta. Hanno la serenità nel cuore, perché sanno di aver finalmente trovato casa. Le persone che amano sfidano l'universo e il tempo; il niente è come il tutto... e questo è sufficiente a loro stessi. Le persone che amano realizzano l'assoluto.
Un giorno capirai che nonostante ti sia impegnato e stra impegnato a raggiungere obbiettivi sempre più alti e appaganti, ti sentirai sempre così, così dannatamente fragile. Fragile come vaso di cristallo, che a un primo brusco impatto si frantuma in mille pezzi. Ti sentirai vuoto, perché capirai che non è quello che raggiungi nel sociale a farti grande e completo, non è quello a farti sentire sereno e appagato, ma quello che semplicemente riesci a raggiungere in fondo all'anima aprendo il cuore. Li, nel profondo dove luci e suoni si perdono in un pacifico silenzio, c'è la parte che ognuno di noi custodisce gelosamente, quella più vera, che molte volte ci spaventa. Senza ascoltare l'anima, senza aprire il cuore, non si potrà mai conoscere e conquistare il mondo, non si potranno mai raggiungere vette maestose, senza che la fragilità e il dolore non calpestino la dignità che custodiamo dentro. Un giorno capirai che, i risultati materiali non ti faranno grande e attraverso loro non potrai mai assaporare la serenità morale, perché la grandezza la trovi in te scrutando nel profondo.