C'è chi giudica la falsità altrui, quando la sua è all'apice della carriera. C'è chi critica le scelte altrui; quando le sue le ha già sbagliate. C'è chi, il nero della sua esistenza lo vorrebbe espandere a chi d'istinto sogna e vede un futuro luminoso e meraviglioso. C'è chi non si accontenta di rovinare solo sé stesso, ma gode nel raccogliere letame per riversarlo su chi è migliore di lui, su chi è colmo di speranza e di vita, su chi ha fatto della sua anima un incanto di umiltà. C'è chi invidia a prescindere da tutto, forse perché il suo troppo è divenuto niente, perché è minacciato dalla grandezza della semplicità, perché più si ha e meno si apprezza, o soltanto perché c'è chi da ciò trae autostima e cresce d'intelletto.! Sii di un intelletto mediocre come lo è l'esistenza di chi ha fatto la sua ragione di vita il criticare.
Composto giovedì 19 giugno 2003
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